Tuesday, November 30, 2004
Cineframmenti
Non si tratta di un mero criterio di brevità, ma di una questione ritmica; per cui alla pagina o al capitolo ariosamente disteso vengono sostituendosi – a titolo di riferimento, di calco stilizzato – il fotogramma e la sequenza.
L’idolo della brevità pare piuttosto pertinente a un piano stilistico: sintassi nominale, brachilogie, dialogo scorciato; un idolo che la narrativa letteraria inizia ad omaggiare sulla scorta di modelli giornalistici, e che oggi è certamente rilanciato dalla messaggistica SMS e dalla posta dei computer. Testi, questi ultimi, che noi elaboriamo e ci scambiamo senza sosta attraverso media non gutenberghiani e nemmeno più elettrici, ma che per il momento insistono tuttavia sulla parola scritta, sulla rappresentazione verbale, in una linea di continuità aggiornata o se si vuole neoalfabetica e persino neobarbara, anziché di mutamento transcodificante.
Bruno Pischedda "Narrare immagini"
non-letto da ---gallizio
credit: miserabile
Paghi d'ebbrezza

La disciplina è l’esperienza interiore per eccellenza.
L’uomo che affronta lo sforzo su se stesso è, infatti, pago d’ebbrezza.
La vampata che sbuca dal ventre da un lancio col paracadute non potrà essere eguagliata dalla migliore delle droghe.
(...) L’efficacia di una conquista non concorda con le parole. Chiunque attende
nella plaga delle parole e delle emozioni\e, peggio, dei pensieri, fallisce inesorabilmente.
La disciplina è la Cura per eccellenza.
Nessun farmaco riesce a domare ansia e angoscia quanto il sapersi disciplinare
nella prospettiva dell’agguato.(...) L’azione è interamente soggettiva, ma la bellezza spirituale dell’azione costretta nella naturale fuggevolezza del gesto è redenta dalla meticolosa messa in opera della disciplina.
La disciplina è l’arte di Apollo elevata al grado massimo dionisiaco. La spada orba di sport, dunque la spada di guerra, è la meticolosa descrizione del portamento: si ritrae e si protende senza mai curvarsi. “Una calma densa di tensione”, così insegnano i mastri d’arme.
Siccome è più facile essere smidollati che cazzuti nessuno si occupa di disciplina, davanti alla parola tutti pensano alle inserzioni delle signore pratiche di sadomaso

mentre invece disciplina – che in tedesco suona alla grande: die Disziplin – è la suprema forma di libertà. Per chi non gradisce farsela spiegare nelle madrasse (dove sul tema danno punti a tutti) resta fondamentale la recita di Bernardo da Chiaravalle, santo cristiano,ove spiega che “dieci sono i gradi dell’obbedienza”
ma già nel decimo al soldato crociato è dato di ...
Pietrangelo Buttafuoco - da il Foglio di oggi, p. 2
(per accedere all'archivio: user= asger psw= asger e non-leggete in libertà )
non-letto da ---gallizio
indisciplinatia et vexata quaestio
Lo spillo bollente post-monetario

non-reading abstract: nel suo testo visionario del 1959 Pin-Hot Gallizio intuì
che il capitalismo si poteva inceppare iniettando dis-valore nei suoi circuiti.
Una mia risposta a macchine radicali di Matteo Pasquinelli
(di seguito, il suo testo è evidenziato in rosa).
Rekombinant - Economia 05.03.2004
>Il punto è che siamo alla ricerca di un nuovo attore collettivo e di un
>nuovo punto di applicazione dell’arrugginita leva rivoluzionaria.
Magari violando l’ultimo tabù che le avanguardie non hanno mai DAVVERO violato.
>Deleuze e Guattari tirarono fuori la macchina dalla fabbrica, ora
>spetta a noi tirarla fuori dalla rete e immaginare la generazione
>post-internet.
magari trasformando "la metafora del free software" in una macchina-golem
che gode sì, ma di vita propria.
>(...) come scrivono Hardt e Negri in Impero: "La moltitudine non usa solo le macchine per produrre, ma essa stessa diviene, contemporaneamente, sempre più macchinica. Nello stesso modo, i mezzi di produzione sono sempre più integrati nelle menti e nei corpi della moltitudine. In tale contesto, RIAPPROPRIAZIONE significa libero accesso e controllo della conoscenza, dell’informazione, della comunicazione e degli affetti, in quanto mezzi primari della produzione biopolitica. Il semplice fatto che queste macchine produttive siano state integrate nelle moltitudine non significa che quest’ultima sia in grado di controllarle; al contrario, tutto ciò rende l’alienazione assai più odiosa e viziata. Il diritto alla riappropriazione è il diritto della moltitudine all’autocontrollo e a un’autonoma autoproduzione".
Cosa vuol dire oggi "autonoma autoproduzione"?
penso significhi evitare che ogni concrezione (e anche ogni virtuosismo e ogni immaginazione) venga automaticamente espropriata e alienata dal tecno-impero.
>Abbiamo citato all’inizio le due intelligenze che si affrontano nel
>mondo e le forme nelle quali si manifestano. La moltitudine funziona
>come una macchina perché è calata in uno schema, in un software
>sociale, pensato per lo sfruttamento delle sue energie e delle sue
>idee. Ecco, i tecnomanager (pubblici privati militari) sono coloro che,
> inconsciamente o meno, progettano e controllano macchine fatte di
>esseri umani assemblati l’uno con l’altro. Il general intellect genera mostri.
>A confronto con la pervasività del tecnomanagement neoliberista, l’intelligenza
>del movimento globale è pochissima cosa.
Qual’è l’unico campo in cui da sempre il tecno-impero e i suoi super-manager non trovano mai un’arma drizzataglisi contro?
>Che fare?
>(cut) riappropriarsi dei mezzi di produzione.
>(cut)La classe radicale globale riuscirà a inventare macchine sociali che
>sappiano sfidare il capitale e funzionare come piani di autonomia e
>autopoiesi? Macchine radicali che sappiano affrontare l’intelligenza
>tecnomanageriale e le meta-macchine imperiali schierate intorno a noi?
>Il match moltitudini contro l’impero diventa il match macchine radicali
>contro tecnomostri imperiali. Da dove cominciare a costruire queste macchine?
innanzitutto dalla constatazione che, fuor di metafora, il free software spaventa(va?) mortalmente il capitale perchè distruggeva valore inflazionandolo.
È la tecnica che i situazionisti del laboratorio sperimentale di alba chiamavano "pittura industriale". Leggiamo dall’omonimo manifesto:
"Le antiche culture ce ne danno gli esempi con la loro inflazione; tutto era unico, e questa immensa produzione non era possibile se non con il concorso degli elementi popolari trascinati nelle loro opere dall’immensa poesia. Inariditasi la fonte poetica è breve il passo per giungere alle rovine dei Maya, dei cretesi, degli etruschi, ecc.
Oggi l’uomo è parte della macchina che ha creato e che gli è negata e ne è da essa dominato. Bisogna invertire questo non senso o no si avrà più creazione; bisogna dominare la macchina ed obbligarla al gesto unico, inutile, anti- economico, artistico, per creare una nuova società anti-economica ma poetica, magica, artistica".
Nel suo testo visionario del 1959, pinot gallizio intuì che il capitalismo si poteva inceppare iniettando nei suoi circuiti una fiumana di dis-valore:
"Le ultime creazioni artistiche moderne attuate con senso magico- profetico, vi hanno distrutto lo spazio; e lunghe tele chilometriche si possono ormai tradurre e misurare a cronometro, come films, come cinerama (venti minuti di pittura, trenta, un’ora)".
"Gli averi saranno collettivi e con velocità di autodistruzione".
"I primi rudimentali strumenti di questa rivoluzione sono, secondo noi, quelli artistici-industriali e devalorizzati, proprio perché sono innanzitutto strumenti di gioia; ecco perché nel proporre i nostri minimi risultati, come la pittura industriale, noi ci sentiamo orgogliosamente sicuri che le nostre speranze sono buone, giudicate dall’attuale dilagante entusiasmo con cui furono accolte.La pittura industriale è stato il primo tentativo riuscito di giocare con le macchine, ed il risultato fu la devalorizzazione dell’opera d’arte".
Ad Alba, nell’eterna provincia della fine degli anni cinquanta, i situazionisti devalorizzarono l’opera d’arte. Inflazionandola a metri. Esattamente come quarant’anni più tardi il free software devalorizza il software proprietario, creando un codice aperto, liberamente replicabile e utilizzabile: inflazionando il software proprietario con un software migliore. Minando il software proprietario getta le basi per attaccare il cielo del tecno-impero.
Poi qualcosa si inceppa, il disorientamento si aggira nella frase che matteo sintetizzava con "e quando tutti i computer del mondo gireranno col free software cosa cambierà?
"Niente cambierà. A meno che?
A meno che il general intellect, la moltitudine, la *** (insert freely a name, as u like) non si riappropri di un’istituzione fondamentale per la libertà della generazione dell’era post-internet: la moneta.
Ecco l’ultimo tabù di cui dobbiamo riappropriarci: una moneta che sia in grado di trasformare i network in zone finanziariamente sottratte al capitale.
Se il free software ha liberato valore, ora serve uno strumento che reincorpori quel valore su un piano ALTRO, in cui la finanza tecno-imperiale non sia in grado di dettare legge.
Oggi c’è una sensibilità monetaria incredibilmente più matura di quella su cui potevamo contare anche solo dieci anni fa. Il bellissimo articolo di Roberto Buffagni [download in qualche decina di secondi] postato pochi giorni orsono da magius ne è un chiaro esempio. O anche al meno tecnico ma non certo meno apprezzabile "profanare il tempio del capitale". In questa lista, mica su marte.La nuova macchina di liberazione, il "nuovo punto di applicazione dell’arrugginita leva rivoluzionaria", è una finanza altra capace di riarticolare i network valoriali creati dal general intellect in zone franche.
Il denaro performativo di Christian Marazzi sarà altro linguaggio da quello parlato dalle sirene monetarie del tecno-impero.
Il denaro non è altro che un’istituzione su cui convenire e con cui accettare di scambiare i valori prodotti dagli altri.
Per creare questo denaro non servono solo economisti e uomini di finanza: serve tutta la creatività del general intellect che sappia immaginare le vie di fuga su cui farlo fluire. La posta in gioco è una nuova moneta con cui erogare un reddito di cittadinanza (o di esistenza) che affranchi per sempre i chainworkers dalla schiavitù del soldo. Solo noi ce lo possiamo dare. ma solo riappropriandoci di questa dimensione della cultura umana potremo parlare davvero di libertà. Ci romperanno i coglioni, possiamo scommetterci. Se necessario piazzeranno i carri armati.
Ma se la moneta del general intellect sarà incoccata (magari nascosta nelle pieghe rizomatiche del P2P) non si potrà tornare indietro.
Un’altra moneta è possibile.
Dice ancora nel 1959 Gallizio il visionario:"Gli averi saranno collettivi e con velocità di autodistruzione".
oggi noi possiamo dire di poter leggere questo detto enigmatico così:
"il valore sarà collettivo [con i network ispirati al free software generalizzato] e noi li finanzieremo con un reddito di esistenza erogato con una moneta deperibile".
Proseguiva Gallizio: "Sarà il trionfo dei grandi numeri mossi dalla qualità che stabilirà dei valori sconosciuti e la velocità di scambio determinerà una nuova identità: il Valore diverrà identico al Cambiamento.
Sarà la fine di ogni speculazione. (...)Ora tocca a noi artisti, scienziati, poeti creare nuovamente le terre, gli oceani, gli animali, il sole e le altre stelle, le arie, le acque e le cose.
E toccherà a noi soffiare nell’argilla per creare l’uomo nuovo adatto al riposo del settimo giorno".
Parafrasando gli eredi brancusi, in anglo-piemontese Gallizio si declina così
Pin-hot [pin][hot] - traduzione:
1) Diminutivo di Giuseppe (vedi anche Pin in);
2) uno "spillo bollente", con cui bucare tutte le bolle speculative del mondo.
PS: sul sito degli glossario di corrispondenze foniche inglese-piemontese
non scritto&rifritto da ---gallizio
(co'o ggiovine)
Multisenso

Vorrei avere una filiale dell'udito
dove nascono i rumori
e sentire lo stelo che sbuca dal suolo.
Vorrei avere un distaccamento di narici
nelle selle dei calzoni, sotto l'arco delle gonne
e sentire la scorza del profumo fatto tanfo.
Vorrei avere un tatto prolungato
per lisciare le molecole più impervie
e sentire tutto il vetro, tutto il ruvido della terra.
Vorrei essere una grande, unica papilla
su cui esplodono i chicchi di caviale a frotte
e sentire la vita che ti arride.
Vorrei anche avere un occhio di mosca
per guardare i tracciati biografici
e sentire le onde gonfie di destino.
Ma sopra tutto vorrei avere una sonda proprio là,
sotto l'estremo immobile motore
così al mattino frego Gino il portinaio,
quando mi fermo a conversare.
Eugenio Alberti Schatz
Dreikirchen, 24 agosto 2002
courtesy: Ladomir
non-letture a scadenza
non-emozionato ---gallizio
oggetti e spazi per un mondo peggiore
gallizio reloaded

Riprendono i non-lavori, scusate l'interruzione.
Qui si e' fatta pulizia cerebrale, mica cianciafruscole!
E ora, per dirla con Francesco,
Con belli motti e leggiadri, ricreare gli ami degli affaticati,
e sollazzar le Corti
non-ripreso da ---gallizio
ne l'era nova dormivegliesca
Friday, November 19, 2004
Commettomi a voi

COMMETTERE.
imporre, comandare. Lat. mandare, imperare, iubere.
- > Bocc. n. 27. 1. Prestamente ad Emilia commise il ragionare.
- > Dan. Inf. c. 12. Tal si partì da cantare alleluia, Che ne commise questo uficio nuovo.
E can. 16. Purg. Perchè si teme uficio non commesso.
E per raccomandare, e dare in custodia. Lat. committere - (da cum mittere).
- > Bocc. Introd. 52. Ed a lui la cura, e la sollecitudine di tutta la nostra famiglia commetto. E nov. 1. 4. Sentendo li fatti suoi, ec. molto intralciati, ec. pensò quelli commettere a più persone. E g. 3. f. 1. Secondo, che conceduto mi sia, reggerò il regno commesso.
- > Tes. Br. 1. 8. E così potemo vedere, e conoscere, che ciascuna cosa è commessa a sua natura.
- > Dan. Inf. c. 7. De' ben, che son commessi alla Fortuna.
- > Petr. canz. 5. 5. Ma tutti i colpi suoi commette al vento. - > Canz. 11. 1. Ma non senza destino alle tue braccia, ec. E or commesso il nostro Capo Roma.
E canz. 21. 2. L' aura soave a cui governo, e vela Commisi, entrando all' amorosa vita.
- > Bocc. nov. 22. 16. Ne più la sua vita in sì fatto atto commise alla Fortuna.
Per rimettere in altrui. Lat. alicuius fidei mandare, committere.
Vit. S. Padr. Prega Iddio incessantemente, che t' aiuti, e commettiti a lui.
- > G. Vill. 10. 190. 2. Commettendoli la lor quistione, e pregandolo, che gli pacificasse insieme.
Per convenire, e pattovire, o con luoghi pij, o con altri, che per quello, che tu dai loro, ti dieno tanta ricompensa, durante la vita tua.
- > Lib. motti. Uno ricco huomo, essendosi commesso in un monistero, e messovi il suo, che valeva, ben cinquemila lire a patti, ec.
Per fare, operare, ma sempre in mala parte. Lat. Patrare, admittere.
- > Bocc. n. 16. 26. Quel peccato commisi, il quale seco sempre tiene la giovanezza congiunto, ec. e come amico, e come nimico, il commisi. E n. 27. 37. E pochi dì appresso, a' ma' fattori, dove commesso avean l' omicidio, fece tagliar la testa. E nov. 32. 28. Senza prò pianse i peccati commessi.
E Commetter male, discordie, e simili: vale introdur male, o seminare scandali tra l' un' huomo, e l' altro. Lat. discordias serere.
- > Bocc. nov. 1. 7. Aveva oltre modo piacére, e forte vi studiava, in commettere, tra amici, e parenti, e qualunque altra persona, mali, inimicizie, e scandali.
E a chi fa ciò diciamo COMMETTIMALE.
Per congiugnere mettere insieme, incastrare, combaciare, intendendosi di legnami pietre, e simili cose, che anche diremmo CONGEGNARE. Lat. copulare, coniungere, e da alcuni, compaginare.
Lib. Astr. Ingàngherala, o vero commettila col capo del regolo.
- > Rim. ant. Poi guardò la sua svelta, e bianca gola, Commessa ben dalle spalle, e dal petto. Qui per similit.
COMM-IATO. Licenzia di partirsi, dimandata, o data. Lat. discedendi facultas. -> Boccaccio. n. 10. 10. Da lei, preso commiáto, si partì. E nov. 13. 6. E senza commiáto chiedere, o fare alcuna pompa, di Firenze usciti, ec. E nov. 23. 14. Avendo io già renduta indietro la borsa, e la cintola alla femminetta, ec. E brutto commiáto datole.
[Questo blog si accommiata momentaneamente da voi per collisione]
non-commesso da ---gallizio
participio (non-senza) imaginato
Tutto il santo giorno
che fra andata e ritorno
tutto il santo giorno
un'ora per mangiare
un'ora per dormire
tutti i santi giorni
tutto il santo giorno
tutti i santi giorni
tutto il santo giorno
tutti i santi giorni
tutto il santo giorno.
E così sia.
non-sanctificato da ---gallizio
le fabbriche del vento
Monotipi, o del rovescio a due mani
Le mani non possono vedere cosa si produce sotto il loro impulso, ma lo possono sentire, ascoltare, come avviene per i ciechi (e questo, in altra maniera, avverrà anche per la tela La Notte cieca) (...) L'immagine che alla fine apparirà sulla tela rammemora quella della matrice, ne è memoria, e come ogni memoria inventiva, creativa, non è mai semplicemente mimetica".
non-letto e non-maneggiato da ---gallizio
una cosa da niente... miti
Oggetti e spazi per un mondo peggiore
se per caso avevamo il timbro freccia...
se proprio devi timbrarti la coscenza, usa questi piuttosto....



non-letto da ---gallizio
ognuno è solo con un timbro/
trafitto da un pazzo di sora/
ed è subito nera
in giro imus nocte et consumimur igni

«Igne veni mittere in terram, et quid volo nisi accendatur?»
(Io sono venuto a mettere il fuoco nella terra, e che voglio, se non che si accenda? - Luca, XII, 49)
non-combusto da ---gallizio
apereale
tu puoi guardare la luce eterna, forse

L'aquila guarda senza timore il Sole bene in faccia
e tu puoi guardare la luce eterna, se il tuo cuore è puro
angelus silesius
non guardato da ---gallizio
nell'epoca silente
A cosa serve la luna

«Il compito della scienza odierna dunque non consiste più nel rintracciare l'essenza segreta o le leggi immutabili del mondo delle cose, ma nello scoprire la loro segreta usabilità. La premessa metafisica (generalmente nascosta a se stessa) delle ricerche odierne è dunque non esiste nulla che non sia sfruttabile. "A cosa serve la luna" (detto molussico). Che essa debba servire a qualcosa, di ciò non si dubita neanche per un momento».
Gunther Anders, L'uomo è antiquato (vol 1 e 2)
del resto la via delle comete è senza spine
(bonus track: luna medulla cordis mei)
ad abundantiam: Medulla fugendo exaltius dictis [1584]
La parola definitiva, ovviamente, rimane quella di Angelus Silesius:
la rosa e' senza perchè
fiorisce perchè fiorisce
non-letto da ---gallizio
in piene faravosche
Allora forse non ci siamo capiti
Mentre il tempo qui si tiene al brutto, ricevo blandule rimostranze perché pare e dico pare che la grafica di questo sito non agevoli la lettura.
hfbkbg hàhs sG gsdh j ùe khej rqE Pe eut!!!!!!!!!

Allora forse non ci siamo capiti!
Ma è mai possibile che non sia chiaro?
Cotesto è un sito di non-letture.
Perché mai dovrebbe avere una grafica pronuba all’affastellamento consecutivo di litterae epparole?
Tartisco qui le mie garrule note e niente altro.
Tendo trappole pure malcongeniate all’immagine.
Provo per ellissi a farmi littoratòre.
Ma il lettore lo scaccio in tutti i modi.
Consiglierei all’affettuoso marrano che volesse avventurarsi in queste plaghe di munirsi e d’infilarsi innanzitutto un paio di quegli stupidi occhialetti a cucchiaino d’antibiotico con tanto di cremigero elastico da estetica-solarium e, in secundis, dopo aver digitato l’indirizzo qui, di esporsi occhialmunito alle radiazioni cromatiche e funeste del monitor per un qualche minutaggio a piacere.
Raggiunto il grado zero di non-lettura, fracassare il tutto, o almeno andarsene SBEM!
non-letto da ---gallizio
nell'era ventosa e flebile quant'altre mai
Monday, November 15, 2004
Sopra e sotto il cielo

Grande è la confusione
sopra e sotto il cielo
osare l'impossibile
osare osare e perdere
grande è l'impossibile
osare la confusione
il cielo è sopra e sotto
ci si può solo perdere
CI SI PUO' SOLO PERDERE
Giovanni Lindo Ferretti
courtesy: piziarte
non-cantato da ---gallizio
Furminator, il flipper sotto gli occhi
credit: neural
non letto da ---gallizio
L'angelo bizzarro
Altrove, su Alfonso Ossorio, ma vale in assoluto (e penso a Pinot):
«Un artista mette sempre molta forza, con periodi o momenti di energia più o meno intrinsecamente efficaci, ma il messaggio è attuale secondo la forza delle nuove necessità».
Michel Tapié de Céleyran, Un Art Autre e altri scritti di estetica
non-letto da ---gallizio
L'ultimo angelo*
(Michelle Williams, intervista rilasciata a D - La Repubblica delle Donne)
* il penultimo l'ho incontrato io
non-letto da ---gallizio
Sunday, November 14, 2004
Eyes Wide Shut
Se Louis Lumière salutava in Georges Méliès "il creatore dello spettacolo cinematografico", noi siamo alla ricerca e prepariamo già un saluto riconoscente a ??? ?????, l'uomo che sigillerà per sempre la deiezione spettacolare dell'immagine.
non-scritto da ---gallizio
ne la mejo-era
Friday, November 12, 2004
Immagine & Lettura Superficiale
I fratelli Lumière e Heinrich Hertz, da parte loro, non sembra abbiano manifestato un'uguale premonizione dell'immagine industriale.
E' un dato di fatto, tuttavia, che troppe immagini uccidono l'Immagine. L'inflazione iconica, come l'altra, ha la sua Legge di Gresham: la cattiva scaccia la buona. album, depliant, riviste, manifesti, insegne e schermi ci sommergono di incitazioni visive, sfumano le differenze tra opere e prodotti che, in fin dei conti, perdono entrambi d'intensità. L'orco cattivo vaglia il troppo-pieno dell'ambiente con l'agilità non curiosa che tradisce il divenire-segno delle nostre immagini. Scorriamo quadri e foto come fossero la prima pagina di un giornale o il manifesto esposto nel metrò; guardiamo un film come uno spot, e il nostro piccolo schermo come un marciapiede su cui camminiamo, come le automobili che vogliamo sorpassare sull'autostrada. Manca l'immagine perchè manca il tempo.
Ecco quale potrebbe essere la malattia della felicità video: la visualizzazione come verifica, fra il teasing e le news. Non più vedere ma controllare che tutto proceda bene, come previsto.
Così come il "tutto è arte" allude a un mondo in cui l'arte non è più granchè, il tutto-in-vista segna, allo stesso tempo, il declino e il trionfo dello sguardo. Le belle immagini sembra che moltiplichino i mal-vedenti. Da turisti, quanto più bersagliamo paesaggi e monumenti, tanto meno li contempliamo. Il predatore di immagini si cura poco delle sue prede. Vede solo per vincere e cantare veni, vidi, vici. Il meccanismo è noto: più i veicoli sono veloci, meno il corpo si muove. Così come l'ubiquità elettronica si converte in immobilità fisica, e il "tempo reale" in una modalità dell'atemporale, l'occhio stanco di ascoltare finisce per udire come un orecchio che fluttua. Trasformare il mondo in immagini di sintesi, infin dei conti, non significa forse fargli scoppiare - farci scoppiare - gli occhi?»
Regis Debray, Vita e morte dell'immagine - una storia dello sguardo in Occidente, Il Castoro 2001 [Editions Gallimard Paris 1992]
non-letto da ---gallizio
nell'era dell'inflazione iconica
Non-letture fantasma
Domani lo compro e lo non-leggo... :o§
non-letto da ---gallizio
Finestre a specchio
ad ogni modo, la sostanza è che funziona l'ADSL condivisa via Wi-Fi
non-letto da ---gallizio
nell'epoca speculativa
Thursday, November 11, 2004
PPPetrolio

..."si narra dello smarrimento di una valigia con verbale e "questo fatto pone il racconto nell'Ordine dell'illeggibile", e la sua leggibilità è dunque artefatta... il mio dovere di scrittore è quello di fondare ex novo la mia scrittura" e affrontare un racconto in cui tutto sia "greve allegoria, quasi medioevale (appunto illeggibile)" (p. 48). Il verbale smarrito (anzi rubato) viene poi ritrovato insieme con una bibliotechina (il che offre occasione per riprendere un così amato topos della letteratura moderna: la descrizione di una biblioteca, pp. 86-87). Tuttavia questi spunti per il progetto multistilistico ecc. non hanno un seguito"....
già che ci siamo, vi giro un paio di spunti da Petrolio
"non c'e' niente di piu' solidale che il disdordine e l'ordine"
[l'avessi non-scritto io, sarebbe stata decisamente un'epifania autobiografica]
"Si puo' passare dalla realtà a un sogno, ma è impossibile passare da un sogno a un altro sogno"
io, com'e' noto agl'iniziati, prediligo il dormiveglia, non foss'altro perche' e' l'unico momento in cui si hanno delle visioni senza immagini(Blake?)
infine un PPP quasi fenogliesco detourna Shakespeare:
"Rovesciando con gioia pari al dolore la clausola shakespeariana:
All this the world well know yet none knows well,
to shun the heaven that leads men to this hell
in:
il mondo sa bene tutto questo, e nessuno lo sa bene:
evitare l'inferno che conduce gli uomini a questo paradiso
non-letto da ---gallizio
miserabili crediti
Wednesday, November 10, 2004
Sottrarsi al progetto
Il capitalismo è essenzialmente progetto, lasciare il meno possibile al caso.
In un appunto da rivedere Bataille annota:
“(da non utilizzare così) il gioco cambia un’equivalenza in differenza”.
Nella sua semplicità, è una formula limpidissima per descrivere il dissidio tra arte e vita, tra gioco e progetto. La sovversione del gioco nei confronti del progetto e della sua economia non sono forse stati adeguatamente analizzati.
non-letto-non-scritto da
Tool avanzati di non-lettura
L'impervio terreno di studio riguardante le nostre funzionalità cerebrali viene foraggiato da qualche decennio dall'industria del controllo e dell'intrattenimento, per cercare di asservire i meccanismi inconsci alla logica del consumo e della sudditanza.
Per questo, l'importanza di condividere le conoscenze e le tecnologie che possono indagare sull'intricato funzionamento della nostra materia grigia è strategicamente necessario al fine di rendere pubblici standard e specifiche, come già proposto dall'Open Biometrics Project, e fornire tool aperti per svilupparne l'uso. The OpenEEG project è uno dei più ambiziosi progetti di open source che riunisce la comunità degli sviluppatori hardware e software interessati al cosidetto neurofeedback anche detto EEG (Elettro Encefalo Gramma) biofeedback. Le tecniche d'analisi dei dati raccolti da sensori ed elettrodi appiccicati alla testa sono molteplici, con promettenti potenzialità di sviluppo personale, come quella relativa ad una maggiore coscienza di sè e delle proprie reazioni, grazie alla visualizzazione in tempo reale dell'attività cerebeale. Forniti di licenze libere, sono disponibili al download, fra gli altri, Neuroserver, che implementa la codifica di dati EEG attraverso il protocollo TCP/IP, e quindi ne consente la trasmissione in Internet, BrainBay, un'applicazione che supporta un output midi, o BWView, in grado di visualizzare le frequenze delle onde cerebrali. Tool per il dibattito e il supporto reciproco (mailing list, faq e quant'altro) completano il corredo di strumenti ad appannaggio di una comunità che nel suo lavoro difende pragmaticamente un pezzo di futuro.
non-letto da ---gallizio
Per far bianche e morvide le carni
Piglia radice di esula, radice di malva, tanto del un quanto de altro m.; leva prima del lor mezzo il legno et, in acquabollendo, si lassa consumare il terzo e poi si cola bene; e con tale acqua lavatemescolandovi oncie una di farina d'orzo e, ricolata, lavatevi con essa;
poi lassate sciugare et poi con aqua fresca vi rilavate.
ARCHIVIO DI STATO DI SIENA, ms. C 60, "Miscellanea Lisini", fasc. 33,
libretto di "segreti" cosmetici, secc. XVII (?)
http://www.comune.siena.it/ordinefarmacisti/storia/Bellezza%20di%20ieri.pdf
non-letto da ---gallizio
Stella cometa

Andandomene per comete, m'imbatto in questo web-frammento:
«Locuzione popolare impropria per indicare quella che gli astronomi chiamano semplicemente "cometa" ossia astro
chiomato.
Prima che fosse scoperta la vera natura delle comete, poteva aver senso chiamarle "stelle comete", perché il loro nucleo pesso ha ad occhio nudo un aspetto puntiforme assimilabile ad una stella. In realtà nei secoli scorsi l'aspetto nebulare della chioma e della coda fece supporre che si trattasse di un fenomeno atmosferico, quindi ben lungi dall'essere una particolare stella. Come descritto alla voce "cometa", da oltre un secolo si sa
che si tratta di un corpo del sistema solare fatto in gran parte di ghiaccio, quindi proprio il contrario di una stella. E' interessante anche notare che si tratta della classe di oggetti contemporaneamente più piccoli e più grandi nel sistema solare. Più piccoli perché i loro nuclei hanno dimensioni dell'ordine di
grandezza dei pochi chilometri (quindi mediamente anche inferiori agli asteroidi) ma soprattutto perché i loro residui polverosi o sassolini con dimensioni solitamente non superiori a qualche centimetro entrando nell'atmosfera terrestre a decine di chilometri al secondo provocano le cosiddette "stelle cadenti" o "meteore" a volte molto luminose. Più grandi perché le code delle comete possono essere lunghe anche centinaia di milioni di chilometri o, viste dalla Terra, decine di gradi angolari sulla volta celeste; dimensioni reali raggiunte solo dalle stelle supergiganti, ed apparenti decine di volte superiori a quelle del Sole e della Luna. In realtà la massa di questo tipo di oggetti le farebbe classificare tra i corpi meno massicci del sistema
solare. Comprendendo anche la chioma e la coda, il peso specifico medio delle comete è bassissimo; la densità della coda poi è addirittura inferiore a quella del vuoto ottenibile in laboratorio, per cui se la Terra intecetta una coda (specie quella gassosa di ioni) non c'è nulla da temere, come invece molti temevano nel 1910 col passaggio della cometa di Halley e di
un'altra cometa non periodica».
non-letto da ---gallizio
non-membro del comitato comete
Umor nero
non-letto da ---gallizio
crepe
rossa per bere ai miei giorni
uno ad uno
nelle mattine pallide, le perle
della lunga collana della sete.
E se cadrà rompendosi, distrutto,
io, dalla compassione,
penserò a ripararla,
per proseguire i baci ininterrotti.
E ogni volta che il manico
o l’orlo si incrineranno
tornerò a incollarli
finchè il mio amore non avrà compiuto
l'opera dura e lenta del mosaico.
Valerio Magrelli
non-letto da ---gallizio
Tuesday, November 09, 2004
Rivoluzione
in un giorno freddo e triste
donare alla cicala
metà delle sue provviste.
Tutto cambia: le nuvole,
le favole, le persone...
La formica si fa generosa...
E' una rivoluzione.
GIANNI RODARI
Del resto Rodari non è nuovo al tema: ricordiamoci anche quest'altra
ALLA FORMICA
Chiedo scusa alla favola antica
se non mi piace l'avara formica
Io sto dalla parte della cicala
che il più bel canto non vende, regala.
credit to: Alex Foti
non-letto da ---gallizio