Wednesday, November 10, 2004
Sottrarsi al progetto
In un gioco di rimandi difficile da gestire, l’arte e la vita sembrano contendersi la sovranità degli atti che compiamo, in una sorta di diritto alla primogenitura in cui rischiamo di andar di mezzo. Se in qualche modo questo scontro sembra ancora vitale, va da sé che l’epoca del calcolabile cerca invece di valutarci e di inserirci nel già tracciato, portandoci alla presenza secondo lo statuto della tecnica.
Il capitalismo è essenzialmente progetto, lasciare il meno possibile al caso.
Il capitalismo è essenzialmente progetto, lasciare il meno possibile al caso.
Il non finalistico, la festa, il gioco rappresentano invece qualcosa di sottratto all’economia del progetto, qualcosa di eterogeneo, di eterodiretto.
In un appunto da rivedere Bataille annota:
“(da non utilizzare così) il gioco cambia un’equivalenza in differenza”.
In un appunto da rivedere Bataille annota:
“(da non utilizzare così) il gioco cambia un’equivalenza in differenza”.
Nella sua semplicità, è una formula limpidissima per descrivere il dissidio tra arte e vita, tra gioco e progetto. La sovversione del gioco nei confronti del progetto e della sua economia non sono forse stati adeguatamente analizzati.
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