Tuesday, January 31, 2006
piu' vasto del misurato [a bruno ferrante - 3 di 3]

piu' mesto del moderato
shadow
[of a iron-hunt as a young mayor]
ovvero
"per favore, mi lasci nell'ombra"
del borgomastro in fiore
[e' forse il conto della pigione men duro?]
tartito da ---gallizio
al tempo delle confitture umbratili
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in ogni caso [a bruno ferrante - 2]

les choses qui signifient rien
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Tali sono la dignita' e l'eccellenza della natura umana, e cosi' feconde quelle scintille di fuoco celeste di cui essa partecipa, che pessimi e indegni sono da considerare i nomi di quegli uomini che per codardia, da essi stessi definita prudenza, o per pigrizia, spacciata per moderazione, o ancora per avarizia, proposta come frugalita', si esimono in ogni caso dal compiere dal compiere grandi e nobili gesta
Giovan Francesco Gemelli Careri, Viaggi intorno al mondo
tartito da ---gallizio
al tempo in cui oportet non disturbare il moderatore
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Monday, January 30, 2006
stappando & stoppando (stacippa)

credit
"La cosa sicuramente da evitare e' iniziare ora un inutile dibattito sul toto assessori o sul vice sindaco. Decidera' Ferrante in tutta tranquillità e serenita'".
Monguzzi Carlo
tartito da ---gallizio
all'epoca del tapum che sa di tappo
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la citta' degli uomini grigi [a bruno ferrante - 1]

mp, vento
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di questa citta' restera'
il vento che l'attraversa
bb
tartito da ---gallizio
al tempo delle burocrazie al potere
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Thursday, January 26, 2006
agrafo tragico

emergere semper
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cosi' come altri diaristi, non scrivo per sapere chi sono , ma per sapere in che cosa mi sto trasformando, qual e' la direzione imprevedibile - scomparire sarebbe quella ideale, anche se forse no - verso cui mi sta trascinando la catastrofe. Non e' quindi la rivelazione di alcuna verita' cio' che il mio diario va cercando, ma la descrizione crusa, clinica, di un cambiamento.
enrique vila-matas, il mal di montano
tartito da ---gallizio
all'ora nona che non rivela niuna
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Tuesday, January 24, 2006
burributirro a camallo

burri?
...semplicissimi sacchi di juta, tagliuzzati o strappati e quindi ricomposti e cuciti sul telaio assieme a vernici ed altri materiali. Oggi non ce sono piu' in uso – li hanno soppiantati i containers – ma allora erano diffusissimi. Nei sacchi di iuta veniva imballata la merce sfusa del commercio mondiale, caffè e granaglie, zucchero, spezie e frutta, perfino i quarti di carni stivate nelle celle frigorifere. Li vedevi sui moli e negli scali ferroviari, issati su montacarichi o tra le maglie delle reti appese alle gru; scaricatori e camalli li ripiegavano e se ne coprivano le teste e le schiene. Ruvidi e pelosi, d’un colore tra il noce e il tabacco tanto piu' bello
quanto piu' erano consunti, recavano stampigliati nomi di lontani paesi e di misteriosi spedizionieri. Restavano impregnati durevolmente di inebrianti odori esotici, caffe' o spezie, appunto...
bandinelli & burri associati
tartito da ---gallizio
all'epoca dello juta-can, appunto
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Saturday, January 21, 2006
richiami inutili

richiami inutili
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abbiamo perso il memorio undicesimo secolo
area, maudits
tartito da ---gallizio
all'epoca permutante con o senza richiamo
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Friday, January 20, 2006
ma drento, in fondo

to viola [bill & more]
Ela stanote la go vista in sogno.
Se ièrimo trovai nel stesso logo,
par caso, tuti due, dopo ‘sto tempo;
e parlavimo insieme. Dopo, iero
‘nda via, e iero in strada che giravo
giravo ‘torno par tornar indio
la’ in quel logo (‘na casa); ma no’ iero
piu’ bon mi de trovarla quela casa.
Chi sa quando che nassarà che noi
par bon se incontraremo? Un giorno ‘sai
bruto sara’. Ma pur, come stanote
in sogno, ‘pena lassada, ‘pa indrio
no’ vèderla che dopo chi sa quanto
quanto tempo par caso, tornaro’
a zercarla, girando come un mato
par le strade e le piazze, sussultando
co de sentir me parara’ el su’ passo.
Elda Elda, come che xe finido!
Mi no’ credevo; e ancora ‘desso, qualche
volta, come no’ credo, mi no’ so mi.
Ma drento in fondo anca alora savevo;
e anche ti te pensavi, si’, anca ti.
Amor mal scuminzia’ e mal fini’.
Virgilio Giotti, Dopo de tanto tempo
tartito da ---gallizio
all'ora et la bora
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Saturday, January 14, 2006
sara', il tuo nome

la desesperada inmovilidad de los objetos
larget image
il tuo nome sara'
il nome di una morta,
sara' il nome di un giardino,
sara' il nome di una panca
e di una porta, sara'
il nome di un mattino,
sara' il nome di quell'ora
che mi volevi forte
leonardo sinisgalli
tartito da ---gallizio
al tempo degli oggetti che mai sapranno che ce ne fummo iuti
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ne

vomito per non-scrivere
[rigaut reloaded]
tartito da ---gallizio
all'epoca delle terre di giornali sconfinati
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Friday, January 13, 2006
ut
Wednesday, January 11, 2006
(per qualcuno, per me)

M.P.: Credo che la dote fondamentale dell’artista debba essere la liberta', interiore, intellettuale, totale ed incondizionata. Il vero artista non si pone il problema di non esistere: semplicemente, c’e', esiste. Il problema riguarda, piuttosto, chi artista vorrebbe essere ma non lo e', e ricorre a stratagemmi di qualunque tipo pur di esserci o anche solo apparire. Da questo punto di vista io mi sono autoinvestito. E siccome il mondo ufficiale dell’arte, delle gallerie, della critica, non mi stava bene, o viceversa, ad un certo punto ho deciso: io sono artista, e lo sono sempre e comunque. Insomma, non e' necessariamente la galleria o il critico, che deve decidere se io sono un artista. A me interessa realizzare cio' che ho in testa, e allora faccio arte, sempre e comunque, in qualunque contesto. Cosi', posso produrre dovunque, anche per strada, o realizzare mostre addirittura per una sola persona, come e' successo tantissime volte: delle mostre ad personam, dedicate. La mia mostra arriva a casa tua, se vuoi esporla la esponi. Molta gente ha ricevuto le mie mostre, intere, finite.
A.F. Cosa intendi quando parli di mostre intere?
M. P.: Una mostra cosi' come la vedresti in una galleria: 20-30 lavori, ma a volte anche 50, oppure uno solo, a seconda del mio umore. Naturalmente, in genere, si tratta di conoscenti, di persone che apprezzano il mio lavoro. Insomma, nel momento in cui stimo qualcuno, ho fiducia in lui e nella sua intelligenza, quel qualcuno rappresenta, per me, il mondo intero
tartito da ---gallizio
al tempo delle cosmogonie portatili
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pischedda II

Mario subisce e pratica consapevolmente nelle sue opere & performances la fascinazione “maivista” dell’esperimento provocatorio, della trovata sarcastica, della citazione che finge di replicare, ma in realta' ringiovanisce l’originale.
D’altra parte l’artista, per lui, per esistere deve negarsi, fondersi con il fruitore, cancellarsi, allestendo una piece in cui lo spettatore e' il vero protagonista.
E non a caso il Nostro, oltre che Pixel, si firma spesso mariopischeddainmovement. Egli infatti non segue nelle sue invenzioni un fine, non punta un bersaglio preciso, semplicemente si muove, prova e riprova le sue varianti, si autoritrae come volto/oggetto, sbeffeggia il copyright e l’unicita' dell’opera, pratica l’Usa & getta..., unisce la bidimensionalita' alla tridimensionalita' (celebre la sua opera “two balls”, due palline di ping pong appiccicate su un foglio) in una specie di “fuga senza fine”, dove l’artista e' l’evaso e la critica, l’accademia, le regole sono i poliziotti che vogliono riportarlo in cella.
Pischedda vuole evitare la cattura, spiazzare, sorprendere, violare le mode, isolarsi dal rumore banale dell’epoca.
Cosa davvero difficilissima, se perseguita con sincerita', poiche' il primo critico/spettatore e' proprio l’autore, che deve sorprendersi da solo come un giocatore di scacchi che, giocando contro se stesso, non puo' barare.
(...)
Per questo da mariopischeddainmovement c’e' da attendersi altre sorprese f/oto/grafiche e altre invenzioni, che in lui crescono e fioriscono naturalmente, come i rami nuovi e verdissimi di un leccio secolare.
vincenzo sparagna, mario pischedda secondo me
tartito da ---gallizio
al tempo kinobalanimprovvidus secoleccizato
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Tuesday, January 10, 2006
dal cuore infante che non sa

guatare l'albero
E' la calda legge d’uomini
Con le uve fanno vino
Col carbone fanno fuoco
Con i baci fanno uomini
E' la dura legge d’uomini
Rimanere integri contro
E la guerra e la sciagura
Contro i rischi della morte
E' la dolce legge d’uomini
Tramutare l’acqua in luce
Ed i sogni in realta'
E in fratelli i tuoi nemici
Una legge antica e nuova
Che si va compiendo e va
Dal cuore infante che non sa
Fino alla ragion suprema.
Paul Eluard, "Buona giustizia", in Tout dire, 1951
tartito da ---gallizio
all'epoca delle false tartenze
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hommage pour le CT

roma da matti 5
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popolo bue, ti uccidono con l'onda!
tartito da ---gallizio
all'ombra delle antenne in fiore
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Friday, January 06, 2006
citarsi addosso

l'essere e' un cessare di essere
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Chi non c
ita per contraddire, cita in cerca di un'autorita' che lo sostenga nella propria argomentazione. Si fa trasportare sulle spalle di qualche gigante di passaggio nel popoloso mondo dei suoi valori. Chi si sente fortissimo non cita nessuno. (...)
Ma ci sono scrittori che, pur avendo di se' alta opinione, citano comunque a pie' sospinto, perche' ritengono che, comunque, la capacita' di citare sia gia' di per se' un attestato della propria dignita', e che i citati - tutti noti, tutti intelligentissimi, tutti amati - costituiscono una compagnia della quale lui stesso meriterebbe di venir cooptato.
felice accame, il senso unico delle citazioni sbagliate
tartito da ---gallizio
all'epoca megaciclica dell'citatio sine cagonmarchiana
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Thursday, January 05, 2006
non stavo salutando

non stavo salutando
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Chi e' Mario Draghi? E perche' diventera' [e' diventato] governatore della Banca d'Italia?
Fare il vicePresidente della Goldman Sachs, governatore della Banca
d'Italia e' una perversione tutta italiana, che ricorda, per esempio,
la discesa di Carlo VIII in Italia.
Io lo conosco da quando ha permesso ad advisor stranieri dai nomi
altisonanti (Merryl Linch, Goldman Sachs, J.P.Morgan, UBS-First Credit
Boston, Rotschild ecc. ecc.) di saccheggiare il patrimonio pubblico
italiano e le banche italiane in quell'abboffata di "commissioni" per
consulenza, consulenze che facevano ridere i polli, ma purtroppo noi
eravamo i polli, ben prima dell'influenza aviaria.
Lo conosco dal 1992 quando sullo yacht Britannia, proprieta' di Sua
Maestà, la Regina di Inghilterra, graziosamente messo a disposizione
di una societa' dal nome accattivante "The Invisibles" fu stipulato fra
banchieri italiani e stranieri "il patto del 1992". Mario fu cosi'
intelligente da partecipare al brindisi iniziale, ma poi scendere
dallo yacht, prima che questo, in acque internazionali, lasciasse
alla banda truffaldina che ospitava di stendere i propri patti.
Neanche il Capitano Drake, noto pirata, l'avrebbe potuta pensare
meglio.
Io so, e sapevo, quali banche sarebbero state scelte per "advisor"
nelle privatizzazioni e quali invece si sarebbero dovute occupare del
"collocamento". In svendita c'era tutto l'I.R.I., esclusa
Finmeccanica, che producendo armi (Alenia ecc.) era meglio lasciar
fuori.
Finita la "festa", il dott.Draghi lascio' le natie sponde e veleggio',
si fa per dire, alla Goldman Sachs. Una delle massime beneficiarie
dell'operazione di pirateria.
Dio benedica i venali gentiluomini di fortuna!
Ma neanche Sir Francis Drake avrebbe avuto la spudoratezza di cercare
di farsi nominare Governatore della Banca d'Inghilterra!
Mario, invece ce l'ha.

gz, insubordinazioni
(...)
Si puo' tranquillamente affermare che la Direzione Generale del Tesoro diretta da Draghi ("sotto" non meno di 6 diversi ministri) sia stata un caso emblematico di "autonomia dal
politico". Tale struttura "tecnica" ha in realta' costituito, per tutti gli anni Novanta, uno dei pochi veri poteri forti di questo Paese. Un potere di fatto privo di ogni legittimazione democratica e di un vero controllo sul merito e sul metodo delle scelte assunte. E per giunta arrogante. Basti pensare alla risposta data da Draghi a chi, durante un convegno, gli chiedeva timidamente se non sarebbe stato il caso, prima di privatizzare, di aspettare un quadro legislativo che
consentisse le liberalizzazioni (magari per evitare di avere monopoli privati e non piu' pubblici, come poi e' di fatto accaduto...): "qual era la capacita' di produrre leggi che aveva quello Stato, nel '92-'93? Avremmo aspettato all'infinito!
[Qui "Stato" sta, ovviamente, per "Parlamento" (che e' detto "potere legislativo" appunto perche' fa le leggi, anche se il prof. Draghi non lo sa). Questo simpatico esempio di disprezzo dell'istituzione parlamentare e' stato pubblicato, senza mai ricevere una smentita, dal Corriere della Sera il 30 marzo 2001.]".
sbancor & leonardo valle
tartito da ---gallizio
all'apoca dei draghi sulle spalle dei gig-hunting
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Monday, January 02, 2006
solitude standing
[risposta a mario pischedda]

non essere qui
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Perche' raccogliere quadri solo per se', quando potrebbero procurare a molta, forse a moltissima gente altrettanto sensibile, un piacere legittimo? Ma e' cosi' improbabile... perche' una collezione? Nel mio caso, non certo per investire denaro, ma per non collaborare alla sicura decadenza dell'arte eterna, al uo totale scadimento provocato dalla sinstra e fraudolenta tecnica di riproduzione ad alta fedelta': ma soprattutto mi compiaccio di sottrarre l'opera agli sguardi... di chi non ne ha diritto? Piuttosto agli sguardi di chi non potrebbe cavarne che amarezza, non godendo delle comodita' indispensabili. Mi piace soprattutto gustare sovranamente un'opera che splende nello spazio e in se' riassorbe la propria luce - oh respiro inalterato, respiro non contaminato neanche da un sguardo sagace!

to bill viola [enlighting itself]
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E' cieca la felicita', altrimenti non esiste! E la sua beatitudine finale, signor canonico, non esiste se non e' cecita', perche' non potrebbe non essere turbato dall'eco dello stridore di denti, dall'urlo che sale dall'eterne pene (...)
pierre klossowski, la revoca dell'editto di nantes
tartito da ---gallizio
all'epoca del clangore notturno [dove nasce la coscia]
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autocritico automobanlieue [crepitare al vento]

fuoco
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Quattro cento venticinque veicoli sono stati bruciati in Francia in occasione della notte della Saint-Sylvestre. Ne ce ne aveva stato 333 l'anno precedente. Il Direttore generale della polizia nazionale, Michel Gaudin, chi ha annunciato queste cifre domenica mattina, ha precisato che fra questi 425 veicoli incendiati, 177 lo sono stato in Ile-de-France. La DGPN ha sottolineato "molto," molto grande dispersione "di quest'incendi che hanno toccato 267 comuni," contro 132 l'anno precedente, in 53 dipartimenti (41 l'anno scorso).
In Île-de-France, il dipartimento più toccato è stato Seine-Saint-Denis, con 59 veicoli bruciati, dinanzi al Val-de-Marne (38) e Yvelines (30).
In provincia, è nel Bas-Rhin che ci hanno stato maggiori veicoli incendiati (38), di cui 19 a Strasburgo che detiene quest'anno il "record" in questo settore per un solo e stesso comune. Secondo dipartimento più toccato, quello del Nord con 22 veicoli bruciati.
Nel corso di questa notte di san silvestro, le forze dell'ordine hanno sfidato 362 persone (272 l'anno precedente).
Poliziotti e gendarmi hanno notato che, quest'anno, ci aveva stato una "recrudescenza" degli incendi di veicoli dopo 4h, in particolare in Île-de-France.
A titolo di raffronto, i due Direttori generali hanno ricordato che nel corso delle tre settimane di sommosse urbane, dal 27 ottobre al 21 novembre, 10.346 veicoli erano stati incendiati e 5.200 persone sfidate, di cui 3.000 in offesa ovvia, gli altri a seguito delle indagini svolte dopo i fatti.
La mobilitazione del personale (25.000 poliziotti e gendarmi) è stata più importante che per le notti del santo silvestro precedenti (21.000 nel 2004-2005), come quella dei mezzi.
Cosi' otto elicotteri della polizia e della sicurezza civile "sono stati messi in allarme," di cui tre sono stati impegnati, nelle Alpes-Maritimes in provincia ed in Seine-et-Marne come pure nel Hauts-de-Seine "," ha precisato il generale Parayre.

cenere
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Se "non ci sono stati scontri tra bande e forze dell'ordine", ha sottolineato M. Gaudin, quest'ultimi contano lo stesso 27 feriti nelle loro file, di cui 13 poliziotti mobilitati a Branly (VIIe), vicino alla Tour Eiffel a Parigi.
tartito da ---gallizio
all'epoca dell'adamo 13 in transduzione autoemotica
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Sunday, January 01, 2006
vi vien tocco il core di cose seriose

nessuno
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Non aspettate, o dei, che secondo la mia consuetudine v'abbia ad intonar ne l'orecchio con un artificioso proemio, con un terso filo di narrazione, e con un dilettevole agglomeramento epilogale. Non sperate ornata tessitura di paroli, ripolita infilacciata di sentenze, riccoapparato di eleganti propositi, suntuosa pompa di elaborati discorsi, e secondo instituto di oratori, concetti posti tre volte a la lima prima ch'una volta a la lingua: non hoc:
non hoc ista sibi tempus spectacula poscit.
credetemi dei, perche' crederete il vero, gia' dodici volte ha ripiene l'inargentate corna la costa Lucina, ch'io son stato in la determinazione di far questa congregazione oggi, in questa ora, e con tai termini che vedete; et in questo mentre son stato piu' occupato sul considerar quello che devo a nostro mal grado tacere, che mi sia stato lecito di premeditar sopra quello he debbo dire.
Odo che vi maravigliate perche' a questo tempo rivocandovi da vostro spasso v'abbia fatto citar a la congregazione, e dopo pransoa subitanio concilio. Vi sento mormorare che che in giorno festivo vi vien tocco il core di cose seriose; e non vi e' di voi chi a la voce de la tromba e proposito dell'editto non sia turbato. Ma io benche' la raggione di queste azzioni e circostanze pende dal mio volere che l'ha possute instituire, e la mia volunta' e decreto sia l'istessa raggione de la giustizia, tutta volta non voglio mancar, prima che proceda ad altro, di liberarvi di questa confusione e meraviglia. Tardi (dico), gravi e pesati denno essere li proponimenti: maturo, secreto e cauto deve essere il consiglio: ma l'esecuzione bisogna che sia alata, veloce e presta; pero' non credete che intra il desinare qualche strano umore m'abbia talmente assalito che dopo pranso mi tegna legato e vinto, onde non a posta di raggione, ma per impeto di nettareo fumo proceda a l'azzione: ma dal medesimo giorno de l'anno passato cominciai a consultar entro di me quel tanto che dovevo eseguire in questo giorno et ora. Dopo pranso, dumque: perche' le nove triste non e' costume d'apportarle a stomaco diggiuno.
(...)
Il diadema, la mitra, la corona, senza aggravarla, non onorano la testa; il manto regale et il scettro non adornano senza impacciare il corpo. - Volete sapere per che io a cio' abbia impiegsato il giorno di festa, e specialmente tale quale e' la presente? Pare a voi, dumque pare a voi, che sia degno giorno di festa questo? E credete coi che questo non deve essere il piu' tragico giorno di tutto l'anno?
giordano bruno, "orazione di giove", spaccio de la bestia trionfante (dialogo primo)
tartito da ---gallizio
al tempo della tacenda oratio capodannica ne' piu' mai
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