Sunday, January 01, 2006
vi vien tocco il core di cose seriose

nessuno
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Non aspettate, o dei, che secondo la mia consuetudine v'abbia ad intonar ne l'orecchio con un artificioso proemio, con un terso filo di narrazione, e con un dilettevole agglomeramento epilogale. Non sperate ornata tessitura di paroli, ripolita infilacciata di sentenze, riccoapparato di eleganti propositi, suntuosa pompa di elaborati discorsi, e secondo instituto di oratori, concetti posti tre volte a la lima prima ch'una volta a la lingua: non hoc:
non hoc ista sibi tempus spectacula poscit.
credetemi dei, perche' crederete il vero, gia' dodici volte ha ripiene l'inargentate corna la costa Lucina, ch'io son stato in la determinazione di far questa congregazione oggi, in questa ora, e con tai termini che vedete; et in questo mentre son stato piu' occupato sul considerar quello che devo a nostro mal grado tacere, che mi sia stato lecito di premeditar sopra quello he debbo dire.
Odo che vi maravigliate perche' a questo tempo rivocandovi da vostro spasso v'abbia fatto citar a la congregazione, e dopo pransoa subitanio concilio. Vi sento mormorare che che in giorno festivo vi vien tocco il core di cose seriose; e non vi e' di voi chi a la voce de la tromba e proposito dell'editto non sia turbato. Ma io benche' la raggione di queste azzioni e circostanze pende dal mio volere che l'ha possute instituire, e la mia volunta' e decreto sia l'istessa raggione de la giustizia, tutta volta non voglio mancar, prima che proceda ad altro, di liberarvi di questa confusione e meraviglia. Tardi (dico), gravi e pesati denno essere li proponimenti: maturo, secreto e cauto deve essere il consiglio: ma l'esecuzione bisogna che sia alata, veloce e presta; pero' non credete che intra il desinare qualche strano umore m'abbia talmente assalito che dopo pranso mi tegna legato e vinto, onde non a posta di raggione, ma per impeto di nettareo fumo proceda a l'azzione: ma dal medesimo giorno de l'anno passato cominciai a consultar entro di me quel tanto che dovevo eseguire in questo giorno et ora. Dopo pranso, dumque: perche' le nove triste non e' costume d'apportarle a stomaco diggiuno.
(...)
Il diadema, la mitra, la corona, senza aggravarla, non onorano la testa; il manto regale et il scettro non adornano senza impacciare il corpo. - Volete sapere per che io a cio' abbia impiegsato il giorno di festa, e specialmente tale quale e' la presente? Pare a voi, dumque pare a voi, che sia degno giorno di festa questo? E credete coi che questo non deve essere il piu' tragico giorno di tutto l'anno?
giordano bruno, "orazione di giove", spaccio de la bestia trionfante (dialogo primo)
tartito da ---gallizio
al tempo della tacenda oratio capodannica ne' piu' mai
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