Wednesday, November 30, 2005
New Orleans to get free city-wide WiFi
New Orleans mayor Ray Nagin has announced an unprecedented project wherein the entire city will be blanketed by free WiFi within a year. Due to the almost complete devastation of the city’s infrastructure, the free Internet access is one attempt to turn the city’s stagnant economy into one of growth and independence. Like in most large-scale networks, the New Orleans routers will be placed on top of street lights and provide citizens and businesses with 512 kbps download speeds until the city’s state of emergency has been lifted. In accordance with state laws that restrict government-owned Internet providers, speeds will drop to a paltry 128 kbps once the city has returned to some level of normalcy.
but there's a but:
Most of the equipment was donated by three companies: Intel Corp., Tropos Networks and Pronto Networks.
The system will operate at 512 kilobytes per second as long as the city remains under a state of emergency.
That will be slowed once the state of emergency is over _ that date has not been determined _ to 128 kps in accordance with state law, which restricts government-owned Internet service.
source
tarted by ---gallizio
in the world wi-freed-web era
permalink
Tuesday, November 29, 2005
decidua ancipitas
Monday, November 28, 2005
virnacolo
chiare startenze, critical fart ensemble
“la battuta umoristica e' una azione innovativa, compiuta
nella sfera pubblica dinanzi a spettatori neutrali.
L’arguzia si iscrive per intero nell’ambito della praxis.
E comporta l’esercizio della phronesis, ossia della
perspicacia che consente di valutare che cosa sia opportuno
fare in una situazione contingente.
Praxis e phronesis spinte al limite, tuttavia,
giacche' l’arguzia e' una azione che corrode e contraddice
le credenze prevalenti di una comunità (gli endoxa),
esibendo la trasformabilita' dell’attuale forma di vita”
paolo virno, motto di spirito e azione innovativa
tartito da ---gallizio
all'epoca in cui piu' non si svirna al calduccio
permalink
get rid of them
"Lei deve smetterla di averci dei limiti!"
(FaCC)
poco fa,
al telefono col sottoscritto
che si schermiva
tartito da ---gallizio
all'epoca delle pudenda in fiore
permalink
tell me a story
balconate sul mincio
photocredit
rather than counter-information, we lack collective narratives that recreate a shared immagination of our condition - both in resistence and in liberation - to reforge an interpretative community.
alan toner, manufactoring dissent: creating complicity
greenpepper magazine (precarity - 2004)
tarted by ---gallizio
in the everpeppering realm of reals for sale
permalink
Friday, November 25, 2005
dansa di narcis
moshekwa langa 52
Jo i soj neri di amour
ne' frut ne' rosignòul
dut inteir coma un flour
i brami sensa sen.
Soj levat ienfra li violis
intant ch’a sclariva,
ciantant un ciant dismintiat
ta la not vualiva.
Mi soj dit: «Narcis!»
e un spirt cu’l me vis
al scuriva la erba
cu’l clar dai so ris.
PPP
tartito da ---gallizio
all'epoca furlana che frulla senza meta
permalink
Thursday, November 24, 2005
sfrontatezza delle frontiere
nolanum ne tetigerint
La frontiera, ossia la linea di variazione, non passa tra padroni e schiavi, ne' tra ricchi e poveri. Perche', degli uni e degli altri, si tesse tutto un regime di relazioni e di opposizioni che fanno del padrone uno schiavo ricco, dello schiavo un padrone povero, in seno allo stesso sistema maggioritario.
(...)
La frontiera non passa nella storia, ne' all'interno di una struttura stabilita, ne' nel "popolo". Tutti si appellano al popolo, in nome di un linguaggio maggioritario, ma dove e' il popolo? "E' il popolo che manca"
gilles deleuze
tartito da ---gallizio
all'epoca delle papesse che spopolan papille
permalink
Tuesday, November 22, 2005
post-spectacular google
credit (some rights reserved)
r u grabbing the whimsi little word?
tarted by ---gallizio
in a ever googling evening
permalink
Sunday, November 20, 2005
del resto, non c'e' che andare ai resti
giuseppe chiari
“E se l’inassimilabile, l’indigesto assoluto giocasse un ruolo fondamentale nel sistema”?
del resto
“Che cosa resta del ‘resto’ quando lo si mette cosi' in pezzi?”
“lo scarto, come indica il nome, ritaglia il testo in quadrati o lo eleva al quadrato, lo divide in quarti piu’ o meno regolari, lo esalta (al contrario o proprio per questo) o vi riverisce la carta, a meno che non lo distribuisca come carte da gioco. Che ne e' del testo come resto – insieme di pezzetti che non procedono piu' dal tutto e non ne formeranno mai piu' uno?”
Cio' che e' rimasto di un Rembrandt strappato in piccoli riquadri e gettato al
cesso. Lo strano termine di disgusto.
Sa che non si custodisce se non cio' che si perde. Se stessi. Non si perde
soltanto cio' che non si custodisce, si perde ciò che si custodisce. L’altra cosa (l’altra sponda, l’altro segno, ecc.) e' persa perche' vi rinunciate. Ma quella che custodite e' persa perché rinunciate all’altra. E la fenditura tra le due non e' niente. Eppure e' quella che occorre occupare. L’avaro conseguente analizza la fenditura. Poi fa la spola tra le due.
derridanze tartite da ---gallizio
nell'epoca malfranzese che disvane
permalink
[spampoetry] Sisifo oisif
giuseppe chiari, mario forti
Azzerare
I chilometri della memoria
Cose che non mi appartengono piu'
Corpo che dista chilometri dalla mente
Rifugio provvisorio
Baita battuta da venti purpurei e serotini
Purple rain
Digito le cose non digitate per me da alcuno
Rinnegandole subito
Cose qualsiasi
Estranee
ufo dei sentimenti
incespico nelle parole
zigzago a vuoto
come sempre
nella certezza certa di non avere speranze
alla fine siamo tutti uguali nelle miserie
miniserie quotidiana
di ovvieta' ovvie
altalena slow
antioraria
filosofo che barcolla
poeta che gracchia
categoria di nicchia
che megafoneggia al se' più vuoto postmeridiano
ho in odio le parole
mefitico iodio
poco sasso e molto falso
non giocare con le assonanze
e i giochi facili delle rimembranze
Sylvie rimembri ancora
I membri della tua vita mortal
non ho storie da raccontare
ne' epos di passati remoti
gia' dimenticati
vivo dimenticato
tra Cartesio e lieder indisponenti
leader arroganti
che dettano quello che dobbiamo fare
tra consumi continui e inesistenze
cosi' ne' carne ne' pesce
uomo qualunque
cosa qualsiasi
indifferente al mondo
apatico
stoico
cinico cristiano
cristiano cinico
beffardo
transitorio
oui
i ricordi non ci sono
poche cose su cui contare
due biglie che rotolano
nel freddo della sera
far compagnia alla neve astratta cartesiana
sentinella
al nulla enorme che circonda
dico le cose che dico
nella loro piena tautologia
con stanchezza estrema
quel che dico
non richiede attenzione
sudoku caotico di parole
senza soluzione
vado adagio
in Mi Bemolle Maggiore
viandante senza arte ne' parte
acrilico a misto lino
infiammabile facilmente
senza uno sguardo alle montagne divine
notturno
ah se tutto non fosse cosi' com’e'
pena e strazio
strazi e pene
dolori e pianti
e bocche che si riempiono di aiuti immaginari
conduciamo stitici le esistenze
molli e anonimi
deliranti
insignificanti
considerazioni che preludono alla saggezza
inesistente
delirio serale
postmeridiano
da non proporre
alle effusioni sentimentali
qui il niente
la' il tutto
Hola, mi nombre es Mario
Ezquizofrenico
Dirompente
And bi rompente…
Sabato 19 novembre 2005 h.15:45 un’ora qualsiasi
Back Schubert Adagio in Mi bemolle Maggiore D 897 “Notturno”
tartito da marius
al tempo delle parole sotterrate nel ca' daverico
permalink
Thursday, November 17, 2005
dell'autentico nell'insurrezioni
fausta squatriti (courtesy Ladomir)
Una insurrezione per essere autentica deve avere due solo caratteristiche:
- essere di massa (e questa lo e')
- non cercare la mediazione ma lo scontro (e questa lo fa)
(sbancor, sur le banlieue)
tartito da ---gallizio
all'epoca della sbankelite atattica
permalink
17 minutes to say goodbye
minuzie
[della serie: minutaggi di documentarismo surreante]
Every 17 minutes, someone commits suicide in the United States. Every 43 seconds, someone attempts one." 17 Minutes is a performance and video blog project. Each day I spend 17 minutes standing outdoors next to a tree. At the end of this 17 minutes I fall to the earth. This ritual offers a place of reflection, the time between. It also deals with the specific circumstance of my own brother's suicide and as a reenactment aims to be reminder of the life I am engaged in.
tarted by---gallizio
in the wouldn't-have-to-go-into-the-details era
permalink
Wednesday, November 16, 2005
[spampoetry] distico volatile
erigenda tarthago
Vita agra
Col Viagra
Confezionato il 16 novembre 2005 h.6:53 early morning
X la serie “pandemie poietiche”
Da consumarsi subito prima che vizzisca
tartito da ---marius
all'epoca dell'everboosting bitter-dick
permalink
[spampoetry] duetto perfetto
pioggia autunnale
fröhlichen duett with myself
questa e' l’ora del duetto
mattiniero con me stesso
questa scissione
questa dualita'
un alter ego
perennemente in crisi
adolescente che parla da se' a se'
con l’amico immaginario
incombe poetica la malinconia
maladie du siecle
mercoledi' libero
a tu per tu
col clone solo di me stesso
un johnny stecchino piccolino
vagolo da Paisiello a Grünbein
Sa chi sa, se sa che sa,
che' se sa, non sa se sa;
sol chi sa che nulla sa
ne sa piu' di chi ne sa.
E poi scivolare nella libreria
Tra le parole uguali
A migliaia a centinaia a milioni
Parole che si accumulano a tsunami
E che mi fanno scuffiare
Tutto non mi appartiene
Pratico il silenzio alla Montessori
Trappista e frappista di mestiere
Chiuso meteorina alle Meteore
Fade
Dissolvenza incrociata
Verso il nero
Ai morti
Strade di Dublino che non percorro
Come quando a Trieste
Ustavo le scie perse dei lemmi joyciani
Un perdermi nell’angiporto
E tra i caffe' letterari femminili
Specchi che riflettevano le bore scure autunnali
E nel 1974
Giusto per collocarmi da qualche parte
Quando sentivo Pasolini
Poco abile parlatore
O Sofri o Morandi cantatore
O Foa o Basaglia
Oh quante cose nella mente
Che a vortice turbinano
Nella mia Transat mentale
Che mi inabissa in un Maelstrom tutto personale…
Confezionata il 16 novembre 2005 h.11:22 mattino grigio
da consumarsi preferibilmente entro la mezzanotte del 16 novembre 2005
altre ipocondrie incombono
franz schubert
sei lieder per voce e pf
die allmacht op. 79 n. 2 3/1 5'32" - fischerweise op. 96 n. 4 3/2 3'50" - an die musik op. 88 n. 4 3/3 2'37" - der musensohn op. 92 n. 1 3/4 2'18" - ganymed op. 19 n. 3 3/5 4'13" - auf dem wasser zu singen op. 72 3/6 4'24"
christa ludwig, msopr; gerald moore, pf
durata: 22.54
emi cdm-7-64077-2 f 3 tr 1
gustav mahler
kindertotenlieder, per voce e orch
nun will die sonn'n 1/1 5'41". nun seh ich wohl 1/2 4'54". wenn dein mutterlein 1/3 4'18". oft denk' ich 1/4 2'59". in diesem wetter 1/5 6'08"
waltraud meier, msopr;
orch de paris
dir. daniel barenboim
durata: 24.38
erato 0630-14070-2 f 1 tr 1
tartito da marius
permalink
Tuesday, November 15, 2005
[spampoetry] biodegradante
Tutto scade
Tutto si consuma
Comprese le nostre stantie malinconie
Confezionata il 15 novembre 2005 h.17:21
da consumarsi preferibilmente entro la mezzanotte del 15 novembre 2005
altre ipocondrie incombono
tartito da ---marius
prima di scadere nel futile
permalink
finir per somigliare
sindrome di pantagruel
Alcune sedute di ippoterapia bastarono a trasformare il suo fisico.
Il corpo gli si rattrappi' al punto che non riusciva piu' a stare diritto.
Lui adotto' l'andatura dei vecchi con un piede nella fossa: le gambe sempre piegate, il dorso rigido inclinato all'indietro e il collo teso in avanti per compensare. la conseguenza piu' sorprendente del suo improvviso dimagramento apparve sul viso. Jacques fini' per somigliare al logo della banca:
un cerchio (la forma arrotondata del suo viso), attraversato da un dardo (la linea dritta del naso fino alla fronte).
Notai le stesse tendenze fisiche nella figlia Claude.
Una coincidenza stupefacente
stephane osmant, il capitale
tartito da ---gallizio
all'epoca delle inclinazioni feroci logoplastiche
permalink
Monday, November 14, 2005
un genio, alla luna
edgardo abbozzo, Lettera alla Luna
Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
Silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
Contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
Di riandare i sempiterni calli?
Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
Di mirar queste valli?
Somiglia alla tua vita
La vita del pastore.
Sorge in sul primo albore;
Move la greggia oltre pel campo, e vede
Greggi, fontane' ed erbe;
Poi stanco si riposa in su la sera:
Altro mai non ispera.
Dimmi, o luna: a che vale
Al pastor la sua vita,
La vostra vita a Voi? dimmi; ove tende
Questo vagar mio breve,
Il tuo corso immortale?
tartito da gallizio
al tempo del video propizio
permalink
Sunday, November 13, 2005
beyond fallujah
conjuring hitler by the pound
Ever since Saddam has been likened to Hitler by Bush I during the first Gulf War (in 1990), skeptics in Europe have come to understand that this Middle Eastern despot was but the hapless set-up of American scheming in the area. It appeared that, as Hitler had been armed by the Allies throughout the thirties in the run-up to WWII, so Hussein was similarly maneuvered to destabilize the Persian Gulf: first by engaging Iran (the Iran-Iraq war of 1980-88), and second by invading Kuwait (first Gulf War 1990-1991).
The violence in Iraq that we are witnessing today appears to be the sordid legacy of a long history of damning blunders and senseless brutality: the real blunder, from the western perspective, appears that of not having been able to tame Iraq properly. Overall, we the spectators are at loss for an explanation. Nothing really appears to make sense.
It is my firm belief that the base of a solid, active movement of pacifist dissent should be a clear-headed analysis of the international crises whose death tolls are ever the cause of so much outrage in our hearts.
I should like to suggest a different understanding of this crisis, one that might enable us to organize so to speak our indignation and revulsion for the western intrusion on the Near Eastern theater.
Clearly the Saddam-Hitler similitude does not hold. Unlike Hitler, who was undoubtedly an unknowing set-up long before 1933, Hussein was a conscious stooge that had always depended on foreign plotting since his early days as a hired assassin of the Baath Party: from his exile in Cairo in 1959 Saddam, after the failed assassination of General Kassem, is known to have written the local CIA outpost in 1959 asking for instructions (see Aburish, Saddam Hussein). Ever since he, like every Arab statesman, has always pursued power in the shadow of some foreign protector. It could not have been otherwise: given its oil and position, the area is much too poor militarily and technologically not to be ultimately driven by intrigues of higher level directed by the westerners.
Presumably the tragedy of Iraq assumes international relevance when, with the unambiguous patronage of France, the Iraqi oil company –a foreign-owned cartel—is nationalized in 1973 and its conspicuous rents devoted thereby to an ambitious renovation (above all, a militarization) of the country. In 1979 Hussein emerges as the leader, and the US invites him to fight Khomeini, who had taken over Iran with a facility that was somewhat suspicious. During that war, France had the idea to maneuver Iraq as its chief pawn on the Middle Eastern chessboard by attempting to arm it with nuclear power. These attempts were successfully frustrated by the Israelis in the 80s, though Hussein kept on trying to refurbish his by now infamous arsenal of weapons of mass destructions. Hence was born this grand mythology of Hussein’s factories of chemical and nuclear holocaust. When Soviet Russia collapsed, the nature of the game changed: it seemed that the US were bent on putting an end to this French meddling in Iraq once and for all, and that is when that absurd first Gulf War was engineered. Saddam fell in no trap; not even a complete imbecile would have, least of all a seasoned politico like Saddam that had been in this abominable business for over 30 years. In an interview released 3 years ago to a French journalist, former Iraqi Foreign Minister Tariq Aziz speaks cryptically of an “agreement with the Americans” prior to the launch of Desert Storm. What did he mean?
So far I have construed the situation thus: it seems that the deal that was being struck was 1) to use this phony war to wipe out the sophisticated installations of arms-production in Iraq; 2) literally reduce thereby Iraq to an emasculated zone, semi-deprived of military capacity but, through its oil, commercially exploitable; and 3) share power with France, who was going to retain a major stake in the oil spoil, while the Americans installed themselves in Saudi Arabia ‘for security reasons’. So Saddam played the part of the good Muslim warrior besieged by the diabolic infidels, and they -the French and the Americans together— bombed and bombed (and the death count still remains unknown –the given figures oscillate widely) until they all achieved the objective:
1) Saddam was to remain in power: as we all know the US stood by and watched when Saddam’s Republican guard butchered the post-war rebellions (incited by the rhetoric of Bush I) in the North against the Kurds (betrayed by America yet again), and against the Shiites in the South.
2) his arsenal of chemical and nuclear arms was supposedly wiped out;
3)the preconditions were disposed to set up that front operation known as the UN-sponsored Food for Oil, behind which the big players of world politics were going to share the petrol amongst themselves, and the clique of Hussein enjoyed the kickbacks and much black-market profiteering.
It all appeared a workable compromise: all those inspections of UN arms specialists guaranteed that France would not be tempted to play some mischievous game again; the zone was geopolitically amputated and virtually controlled by the US; and the oil, though at a much reduced rate, kept flowing to the world. That a million people, half of them children, died as a result of malnutrition, lack of UN-embargoed medicaments, illness and ravaging cancer caused by the explosion of US cartridges laced with deplete uranium, bothered no power: not the UN, not the US, no the EU, and certainly not Iraq or Saudi Arabia. Again, this was a workable compromise for the ‘international community’ as a whole. Secretary of State Madeleine Albright said with admirable purity: these 500.000 dead Iraqi children were a ‘price worth paying’ for immobilizing Saddam –what she meant was that it was a price worth paying for this precarious equilibrium in the Iraqi theater.
During the Clinton administration, the US establishment seemed to have become sharply divided over the suitability of this arrangement: increasingly, behind the banners of the neo-conservatives hawks, the faction of Cheney-Rumsfeld began pressing for immediate action; they wanted to finish the job in Iraq and abort this makeshift of the sanctions and the periodical punitive incursions, which seemed to be the manifest outcome of a never-ending arm-wrestling match with France over Hussein’s handicapped republic. The subversive coups allegedly staged by the CIA against Saddam in the mid-90s (see Cockburn & Cockburn, From the Ashes) possibly stem from this internal fight within the American administration. Be that as it may by the year 2000, the Neocons were clamoring for the open invasion of Iraq. And 9-11 was the key that could open all doors: the ashes were still smoldering in New York when we read in the papers that the Bush administration was already keen to move in on Iraq. It took little debate and no arguments to start the second Gulf War. We heard the fable of the WMD, the canard of the Nigerian connection, whereby Saddam obtained fissile material from Africa (this was another jibe at France, as Nigeria is her partner), and witnessed yet another theatrical performance of Saddam (playing once again the besieged Saladin at the head of a non-existent army), which was absolutely necessary otherwise the invasion would have lacked any credibility whatsoever –the war as already fake as it was. France, Germany and Russia demurred, but there was little they could do: first because these countries’ ruling elites are as corrupt, cynical and mendacious as those of their American and British counterparts, yet much less powerful; and second, most important, because all actors had to acknowledge that Mesopotamia, as the Washington-London axis seems to have intimated from the outset, had been won at a high price by the British armies from the Turks in 1917: so in the end Iraq is Anglo-American real estate, and ‘the others’ had better keep out. And so they did.
In the meantime ‘democracy’ marches on, and we discover truth in murky videos peddled on the grand web. And so it goes.
GG Preparata
Tacoma, 12 Nov. 2005.
tarted by---gallizio
in the ever-blossoming get-prepared era
back stefano daveti
permalink
Saturday, November 12, 2005
[spam poetry] e noi dal sole storditi
Quel che e' stato e' stato
Quel che sara' sara'
In bilico siamo
Nel presente che fugge
Attraversiamo strani
Le strisce pedonali
Cose qualsiasi
Che non restano
La mattina bagna
Le menti nostre friabili
Scistose
Il sonno avvolge tutto
In un nero impenetrabile e soffuso
E le vacche ammutoliscono
Traspare trasparente la trasparenza
Veli che avvolgono
Il fresco del mattino
Solo noi sulla battigia
E sciabordii che confondono nell’aria le sillabe vane
Proseguiamo in fila
Perseguendo sogni e poesie che svaniscono
Vapori dell’alba benedetti
Lattigine che imbianca
Voyeurs di spume
Che vanno e vengono
E noi dal sole storditi
Nel mondo persi…
12 novembre 2005 h. 10:34 morning
tartito da marius
il sabato del villaggio
permalink
Friday, November 11, 2005
noi non dimenticheremo la tua crudelta'
Uomo inglese, noi non dimenticheremo
la tua crudelta' nelle case di Falluja
sancita dal tuo esercito, che in ricerca di vendetta
ha versato sugli inermi un bicchiere di sangue misto a tradimento.
E' a questa civilta' e nobilta' d'animo
che la tua gente aspira a elevarsi?
Maaruf Abd-el-Ghani ar-Resafi (1941)
tartito e basta
video
diffondi l'appello
Thursday, November 10, 2005
non e' altro
bruno conte, ovole favole
la memoria non e' altro che la passione del virtuale
[musiche ortiche su derrida]
tartito da ---gallizio
all'epoca della memoria senza baci
permalink
Tuesday, November 08, 2005
3mennaked
[de mobile tivu]
pare che l'unica cosa che fa davvero cassa e' la pornografia (hanno due canali in continua).
I maggiori utenti di videoporno su tre sono maschi, colti e di età compresa tra i 35 e i 45 anni.
(...)
La cosa gli fa fare incassi degni di nota e il servizio ha addirittura
generato un nuovo tipo di professionalita' che io, scherzosamente, ho
chiamato il "mascheracazzi". Eh si, perche' in italia c'e' l'hard e il
soft e si distinguono esclusivamente per il fatto che si veda o meno
l'organo sessuale maschile. Quindi, per non incorrere in problemi di
natura "etica", h3g ha deciso di mettere il personale che con turnazione
di otto ore li maschera manualmente......
tartito da ---gallizio
all'epoca delle fictioni fichte fichte
permalink
Monday, November 07, 2005
questo buio dentro noi, femmineo
o luce
Sunday, November 06, 2005
disastera ad alia
verso un altrove dell'altrove
a questo buio dentro noi, femmineo
e la luce del giorno, disastro
von kleist par carmelo bene,
macchina autoriale
tartito da ---gallizio
all'epoca ignifoba di clichy
permalink
Friday, November 04, 2005
humoristic tois
antisepsiskedda
l'umorismo e' 'la malinconia
superiore che giunge a divertirsi di cio' che lo rattrista',spiega Gian Paolo Richter; 'e' la
perfezione del genio poetico', insiste Carlyle:'chi ne manca, sian pur grandi le sue
doti, e' un ingegno incompiuto;avra' occhi per veder all'in su, ma
non per vedere intorno a se' e sotto'
L'humorista è un passeggiatore solitario: e' un genere a se', non ha bisogno di seguito; non chiede dalla folla Seid o Gianizzeri; non desidera scuola ne' far proseliti, ne' essere per molti responsabile. Egli e' un perfetto filosofo che vive la filosofia coll'arte emanata da sé; sa quindi qual conto mai far de' proprii cosi' detti simili; non si vventura in loro compagnia, se non premunito o corazzato di aculei e di punte come un istrice e disinfettato con ogni regola dell'antisepsi per non contagiarsi a loro contatto, [sono loro che] ci inoculano il virus del capo-scuola, del maestro; nomi che hanno in loro sempre un elemento apocrifo di ciurmeria e di cialtronaggine
Gianpietro Lucini, D'Annunzio al vaglio dell'Humorismo
tartito da ---gallizio
all'epoca corazzata inoculante
permalink
Thursday, November 03, 2005
me tacitum perferre
Cela, que l’être qui ne le comprend pas, vienne et meure
la comunita' non e' che questo: la comunicazione di un'impenetrabilita'.
Un limite invalicabile e' il varco che si dischiude tra me e l'altro .
tartito da ---gallizio
nell'era reclinic plurabelle
effusa ma non soffusa
permalink
hortus conclusus
l'ultimo uomo legge l'ultimo hortus musicus
Viviamo in un mondo che si sta spostando verso l’inferno
il piu' velocemente possibile.
(Terrence Malick, La sottile linea rossa)
back: wolfgang amadeus mozart, concerto in re mag per vl e orch K 271a allegro maestoso 1/1 11'10" - andante 1/2 7'13" - rondallegro) 1/3 8'22" daniel garrett, vl
durata: 26.45 grammophon 447-110-2 f 1 tr 1
tartito da ---gallizio
all'epoca barbarica del t-errore
permalink
non-pischedda, figuriamoci
Dobbiamo rinunciare a conoscere coloro ai quali siamo legati da qualcosa di essenziale; voglio dire che noi dobbiamo accoglierli nel rapporto con l’ignoto nel quale essi ci accolgono, anche noi, nel nostro allontanamento. L’amicizia, questo rapporto senza dipendenza, senza episodio e nel quale rientra tuttavia tutta la semplicita’ della vita, passa attraverso la riconoscenza del’estraneita’ comune che non ci permette di parlare dei nostri amici, ma solamente di parlare a loro, non di farne un tema di conversazione (o di articoli), ma il movimento dell’intesa nel quale, mentre noi parliamo, essi serbano, persino nella piu’ grande familiarita’, la distanza nfinita, quella separazione fondamentale a partire dalla quale cio’ che separa diventa rapporto.
(…)
Senza dubbio, noi potremo ancora percorrere gli stessi sentieri, potremo lasciar venire delle immagini, appellarci ad un’assenza che ci figureremo, con menzognera consolazione, essere la nostra. Noi possiamo, in una parola, ricordarci. Ma il pensiero sa che non si ricorda: senza memoria, senza pensiero, essa gia’ lotta nell’invisibile nel quale tutto ricade nell’indifferenza. E’ la’ il suo profondo dolore. Occorre che essa accompagni l’amicizia nell’oblio.
maurice blanchot
tartito da ---gallizio
nell'epoca irriconoscibile innota
permalink
fascisti su morte
Morti, che siete così migliori dei vivi, non siete voi che avete bisogno di noi, delle nostre risibili preghiere, siamo noi che abbiamo bisogno di mettere fiori sulle vostre tombe, siamo noi in debito con voi, giustamente delusi per la nostra fede tiepida, per la nostra propensione al tradimento, noi che non amiamo cio' che voi amavate perche' abbiamo scoperto che si puo' vivere, vivacchiare, insomma trascinarsi in qualche modo, anche senza amare niente.
buttafuoco
tartito da ---gallizio
in the ce ne fussero era
permalink
Wednesday, November 02, 2005
tutto il resto
Tuesday, November 01, 2005
no nc'andamos a ziru de notte e su fogu nos consumat
in girum
e' diventata ingovernabile, questa "terra guasta"
in cui le nuove sofferenze si travestono da vecchi piaceri;
e in cui gli individui hanno cosi' paura.
Girano in tondo nella notte e sono consumati dal fuoco.
Si svegliano sgomenti e cercano brancolando la vita.
guy debord, IGINECI
transduzione di fabio coronas via marius
e tartimento ultimo di ---gallizio
nell'era agra del fogu a intru
permalink
all'alba della networkfollia
vous êtes ici
Nella societa' dell'informazione la passivita' governa. Sfogliare, guardare, leggere, aspettare, pensare, cancellare, chiacchierare, saltare e farsi trasportare sono le condizioni di default della vita online. L'immersione totale implica il più alto livello di follia.
Cio' che caratterizza le reti e' un senso di potenza condiviso che non deve essere compreso. Milioni di risposte da tutti a tutti potrebbero determinare l'implosione di qualsiasi network, indipendentemente dalla sua architettura. All'interno di ogni network ci sono prolungati periodi di passivita' condivisa interrotti da esplosioni di interattivita'. Le reti nutrono e riproducono delle relazioni slegate - ed e' bene guardare questo fatto dritto negli occhi.
Le reti sono macchine edonistiche di contatti promiscui. Le moltitudini della rete creano forme volontarie e temporanee di collaborazione che superano, ma non necessariamente disarticolano, l'Eta' del Disimpegno.
(...)
Se c'e' una decisione da prendere e un nemico da individuare e' la religione techno-libertaria del "free". E' il momento di attaccare apertamente la logica cinica del "pensa positivo" dei capitalisti di ventura che predicano di dare via contenuti gratuitamente mentre fanno milioni di dollari nella stanza retrostante con sofwtare, hardware, infrastrutture di telecomunicazione, di cui le masse di amatori imbecilli hanno bisogno per prendere e dare gratuitamente. I network organizzati sono cauti nei confronti dei guru ad alto prezzo di consulenza che "ispirano" quanti potrebbero vivere fuori vendendo t-shirt. "Tu povero sodomita, impazzisci per i tuoi spaventosi contenuti liberi, mentre noi facciamo i soldi con le strutture". E' il momento di togliere il velo a questa logica e di iniziare a resistergli apertamente. La conoscenza non basta.
geert lovinke Ned Rossiter rattotradotti alle masstike
tartito da ---gallizio
all'epoca babelika pitecantropa della teca-tech
permalink
enlightening wi-fi
free cahosmotic netizenships
“Penso che ormai Milano (come le altre città italiane) sia matura per lanciare il wi-fi ovunque e a costo zero. L’accesso a Internet, cioè, come servizio pubblico. Ci si deve poter connettere alla rete da qualsiasi posto e senza costi, anche per tutto il giorno”. Marco Zamperini, capo dei laboratori di ricerca di Etnoteam e uno dei guru dell’informatica italiana, sa di dire una cosa un po’ estrema, ma è convinto di essere nel giusto. Poiché stiamo camminando in centro a Milano, gli viene naturale fare un commento: “Vede quei lampioni, illuminano la strada che noi stiamo percorrendo, ma nessuno ci ha chiesto di pagare qualcosa. La città è d’accordo nel ritenere che debba essere fornita a chiunque (e anche a nessuno se nessuno passa di qui) l’illuminazione pubblica. Ecco, l’accesso alla rete va pensato come una nuova forma di illuminazione, che va fornita ai cittadini, a tutti”.
marco zamperini (equiliber)
tartito da ---gallizio
ai tempi della monetica wifitica al neon
permalink
pleasant-obsolete
ne révolutionner jamais
from Guy Debord
To Gallizio
Thursday 30 January [1958]
My dear Pinot:
I hope that you had a good trip. It's a few days after your departure[1] and already the fuss over your glory grows great, despite the discretion that we maintain. Never in the history of painting has one seen such murmuring about an absolutely unknown painting that suddenly emerged from an entirely foreign world into pictural commerce and, in a single blow, obtained the consecration of the Drouin Gallery, which a large number of mediocre Dangelobajs[2] could not hope to obtain, even after fifteen years of intrigues and efforts. It still isn't known that you only needed to remain in Paris for five days to obtain this result. Modigliani has his revenge.
Obviously our comrades are the ones who are the least astonished -- although your success almost surpasses their hopes -- because the foundation of our agreement is only to expect the extraordinary from Pinot and several others. I will briefly remind you of the difficult work with which you have been charged and that you executed in a short period of three months.
1) The creation of rolls of industrial painting (on telline) designed to cover all of the walls of the Drouin Gallery -- where I go without delay to recover the plans and exact measurements.
2) The creation of a roll of carta dipinta industrialmente [3] designed to be cut into equally sized pieces, folded in two and sold on the day of your private showing at the Drouin Gallery and in the entirety of the intellectual neighborhood by the peddlers of professional newspapers, each selling for 20 francs the "last edition by Pinot Gallizio."
3) The creation of great panels, using populit resin covers, iron and all of the new materials of which you have shown us the experimental use.
4) Research into new perfumes and the organization of the olafactory ambiance of the gallery (pleasant-obsolete).
Special perfumes burned in a brazier placed on a sidewalk of the rue Visconti.
5) The preparation of a new aperatif (in a series of 3 or 4, among which, in my opinion, it would be good to get Drouin himself to choose).
6) The urgent purchase of useful music.
It is useless to remind you of the extent to which we all count on you, and of how decisive your role is in the enterprise in which our situationist friends, as well as Drouin himself, take risks that are not very common (this is the price of research that itself is hardly common). I believe that it is necessary that the work is well-advanced on all points when Drouin makes his trip to Alba.
Write me soon. I wish you the courage of the work [la coeur a l'ouvrage]. Michele [Bernstein] sends you all of her regards. Hafid [Khatid], too. I beg you to please present my respects to Donna Augusta.[4] Quite amicably.
Guy
P.S. Think about Claude Viseux's money.[5]
And can you occupy yourself with the translation of my Report [on the Construction of Situations] into Italian? -- I want to say, not you yourself, who have too much work to do -- [Walter] Korun is translating it into Dutch. And since [Piero] Simondo, who was charged with the Italian translation, has been excluded,[6] it will be necessary to find someone else.
[1] After the IId Conference of the SI, held in Paris, 25-26 January [1958].
[2] Compound word formed by (Sergio) Dangelo and (Enrico) Baj of the Nuclear Art Movement.
[3] Industrially printed paper.
[4] Augusta Rivabella, the wife of Gallizio.
[5] Claude Viseux, a surrealist-abstract painter, close to [the journal] Phases.
[6] At the Paris Conference, along with [Walter] Olmo and [Elena] Verrone.
(Published in Guy Debord, Correspondance, Volume 1, 1957-1960. Footnotes by Alice Debord. Translated from the French by NOT BORED! October 2005.)
tarted by ---gallizio
in the evermooning morning of the albigensians
permalink