Sunday, November 20, 2005
del resto, non c'e' che andare ai resti
giuseppe chiari
“E se l’inassimilabile, l’indigesto assoluto giocasse un ruolo fondamentale nel sistema”?
del resto
“Che cosa resta del ‘resto’ quando lo si mette cosi' in pezzi?”
“lo scarto, come indica il nome, ritaglia il testo in quadrati o lo eleva al quadrato, lo divide in quarti piu’ o meno regolari, lo esalta (al contrario o proprio per questo) o vi riverisce la carta, a meno che non lo distribuisca come carte da gioco. Che ne e' del testo come resto – insieme di pezzetti che non procedono piu' dal tutto e non ne formeranno mai piu' uno?”
Cio' che e' rimasto di un Rembrandt strappato in piccoli riquadri e gettato al
cesso. Lo strano termine di disgusto.
Sa che non si custodisce se non cio' che si perde. Se stessi. Non si perde
soltanto cio' che non si custodisce, si perde ciò che si custodisce. L’altra cosa (l’altra sponda, l’altro segno, ecc.) e' persa perche' vi rinunciate. Ma quella che custodite e' persa perché rinunciate all’altra. E la fenditura tra le due non e' niente. Eppure e' quella che occorre occupare. L’avaro conseguente analizza la fenditura. Poi fa la spola tra le due.
derridanze tartite da ---gallizio
nell'epoca malfranzese che disvane
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