Monday, May 23, 2005
come si diventa documentaristi surreanti
«Potere e’ capacità di imporre il proprio ritmo al flusso del mondo.
Soggiacere al potere e’ subire quel ritmo, sacrificando impotenti il proprio.
Evertere sara’ allora imprimere una impercettibile aritmia al corso del sistema.
Minimi slittamenti di senso, lievi incespicature e screziature indocili nei gesti che renderanno ingovernabile il processo, incontrollabile il sistema, mandando in fumo il progetto.
Perfette fenomenologie dell’inconcepibile, fughe in avanti con posta in palio (liberta’: Fast For Reward), pensieri che rievocheranno in refoli l’impensato (Re-wind), scratchature nel blob che bucheranno lo schermo, rendendo incongrue e incalcolabili le durate, annullando le immagini e impazzendo di vita.
Il documentarista surreante inverte cronos e sigilla topos, procedendo a ritroso o incalzando in avanti in continuo contrappasso. Diacronie distopiche e utopie coronanti saranno sue autentiche merci di scambio e di riscatto. Le confessioni di Max Tivoli ne sono la perfetta iconologia.
“O immagini, non ci sono immagini”. Affogandole nella distopia e nell’incongruita’ temporale, il documentarista surreante riprende passo passo lo slittare docile delle “non-immagini” nel tramonto dello Spettacolo. Svista dopo svista, non-lettura dopo non-lettura, la dittatura dell’immagine cede finalmente il campo, scompare dal nostro campo visivo»
gallizio, minime intensioni (verso una documentaristica surreante?)
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tartito da ---gallizio
nell’era semo romana