Wednesday, April 30, 2008
money to buy love letters

homeless money love
The productivity of information workers is jeopardized by too much e–mail. A proposed solution to e–mail overload is the creation of an economy that uses a scarce synthetic currency that senders can use to signal the importance of information and receivers can use to prioritize messages. A test of the virtual economy with corporate information workers showed that people in a large company used different amounts of the currency when sending e–mail messages, and that the amount of currency attached to messages produced statistically significant differences in how quickly receivers opened the messages. An analysis of the network of virtual currency trades between workers showed the different roles that participants played in the communication network, and showed that relationships defined by currency exchanges uncovered social networks that are not apparent in analyses that only examine the frequency, as opposed to the value of interactions.
Byron Reeves, Simon Roy, Brian Gorman, Teresa Morley, A marketplace for attention: Responses to a synthetic currency used to signal information importance in e-mail
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tartito da ---gallizio
al tempo delle sandbox liquide pagate a ufo
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Tuesday, April 29, 2008
la strega sembra una donna normale, per cui non si sa chi e'

mario marzeddu, a un passo dal banno
even closer
Nei campi di tabacco le donne si toglievano i farsetti e le bluse e lavoravano mezze nude al sole, nascoste tra gli alti filari di piante. Il succo del tabacco era nero e colloso come melassa, e colava lungo le braccia imbrattando i seni. Al tramonto le donne scendevano al fiume e si lavavano. Sguazzavano nell'acqua fredda, tutte insieme, ragazze e donne alte e robuste. Cercavano di spingersi vicendevolmente in acqua, e in quei momenti Lottar sentiva gridare il suo nome, a mo' di avvertimento, o di trionfo, senza disprezzo, come quello delle altre: - Lottar, attenta! Lottar!
Le raccontarono varie cose. Le raccontarono che li' i bambini morivano a causa della strega. Anche gli adulti si ratrappivano e a volte morivano, quando la strega faceva loro una fattura. La strega sembra una donna normale, per cui non si sa chi e'. Succhia il sangue. Per prenderla devi mettere una croce sull'uscio della chiesa la domenica di Pasqua quando tutti sono dentro. La donna che e' una strega non riesce piu' a uscire. Oppure puoi seguire la donna che sospetti, sperando di vederla vomitare sangue. Se riesci a mettere un po' di questo sangue su una moneta d'argento, e portarla dietro, nessuna strega ti potra' piu' toccare.
I capelli tagliati con la luna piena diventano bianchi.
Se hai dolori agli arti, tagliti un po' di capelli e di peli delle ascelle e bruciali, i dolori se ne andranno.
Gli oras sono i diavoli che escono di notte e fanno lampeggiare luci finte per confondere i viaggiatori. Devi accovacciarti e coprirti la testa, altrimenti ti faranno cadere da una rupe. Acchiapperanno anche i cavalli e li sfiancheranno.
alice munro, segreti svelati
tartito da ---gallizio
al tempo bleso delle tette tabaccate a venere
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Saturday, April 26, 2008
bannati, nella vita sacra

fotografie per nulla
"Secondo Foucault, a lungo, uno dei privilegi caratteristici del potere sovrano e' stato il diritto di vita o di morte. Questo potere e' assoluto, e non e' concepito ne' come la sanzione di una colpa (...). Non si potrebbe dire in modo piu' chiaro che il fondamento primo del potere politico e' una vita assolutamente uccidibile, che si politicizza attraverso la sua stessa uccidibilita'.
E' stato acutamente osservato che lo stato non si fonda su un legame sociale, di cui sarebbe espressione, ma sul suo scioglimento (déliaison), che vieta [badiou]. Possiamo ora dare un senso ulteriore a questa tesi. La déliaison non va intesa come scioglimento di un vincolo preesistente (che potrebbe avere la forma di un patto o contratto); piuttosto il vincolo ha esso stesso originariamente la forma di uno scioglimento o di un'eccezione, in cui cio' che e' catturato e', insieme, escluso e la vita umana si politicizza soltanto attraverso un abbandono a un potere incondizionato di morte. Piu' originario del vincolo della norma positiva o del patto sociale e' il vincolo sovrano, che e', pero', in verita', soltanto uno scioglimento; e cio' che questo scioglimento implica e produce - la nuda vita, che abita nella terra di nessuno tra la casa e la citta' - e', dal punto di vista della sovranita', l'elemento politico originario [...]
Protagonista di questo libro e' la nuda vita, cioe' la vita uccidibile e insacrificabile dell'homo sacer. Equivalente dell'uomo messo al bando del medioevo. E' possibile assimilare la condizione dell'homo sacer a quella di un devoto sopravvissuto, per il quale non sia piu' possibile alcuna espiazione vicaria ne' alcuna sostituzione di un colosso. Il corpo stesso dell'homo sacer, nella sua uccidibile insacrificabilita', e' il pegno vivente della sua soggezione a un potere di morte, che non e' pero' l'adempimento di un voto, ma assoluta e incondizionata. La vita sacra e' vita consacrata senza alcun possibile sacrificio e al di la' di qualsiasi adempimento. Non e', allora, un caso se Macrobio , in un testo che e' parso a lungo agli interpreti oscuro e corrotto, assimilasse l'homo sacer alle statue (Zanes) che in Grecia venivano consacrate a Giove coi proventi delle multe inflitte agli atleti spergiuri, e che non erano altro che i colossi di coloro che avevano violato il giuramento e si consegnavano cosi' vicariamente alla giustizia divina".
giorgio agamben, homo sacer
tartito da ---gallizio
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Tuesday, April 22, 2008
pulix in ore

ingoiare
con dida
puo' essere connesso a qualsiasi altro
e deve esserlo”
Deleuze-Guattari, Millepiani
facendo altro da cio' che attendevano e sapevano.
Ma i piu' forti, i piu' diabolicamente devoti e consapevoli,
fanno cio' che vogliono, sfondano il mito e insieme
lo preservano ridotto a chiarezza.
E' questo il loro modo di collaborare all’unicita' del miracolo’.
a te che mi fai le pulci
e che spii dal buco del mio twitter
in cerca di falene
dico solo questo:
non sono qui
(e non torno nemmeno subito)
cercate ancora

bagliori nella notte
Voi che dormite
Voi che dormite ad occhi aperti
cari antemorti
e ci guardate vivere
so bene che portate con voi
ricordi che non abbiamo accolto
segrete tristezze
offese perdonate
umili cadute e tacite preghiere
so che liberaste il mondo
da pesi che avete tenuto
tutti per voi
cercando di lasciarci soltanto
speranza e coraggio
so quanta vita
e' nella vostra morte
cari antenati
guardate a noi che viviamo
e vi portiamo in cuore
che possiamo esser degni
della vita.

le giornate
con dida
Un'idea della vita e' questa: cio' che non afferri ora e' per sempre perduto.
Un'altra idea e' che chi dono' l'inizio donera' il compimento, se tu fai la tua parte, e tutto l'incompiuto della vita sara' ricolmato. Poiche' nulla e' orfanita' e tutto e' oggetto d'amore,
come facciamo persino noi con chi e con cio' che generiamo, noi cosi' incompiuti.
Enrico Peyretti, Imparare a morire
tartito da ---gallizio
al tempo perdido a perdaxus
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Monday, April 21, 2008
[petrocliffs] U&

Yves Klein, Leap into The Void
Once all the questions have been asked,
the only one that’s left is:
What makes a man dance with death?
Never precipitate things.
Prefer a mise en abyme
The end as a beginning
Absolute pro/jection.
The grand jeux, a taste for the inconceivable,
the impossible seriousness of the game.
A 160-metre precipice
Dangle
Sus/pend from every cliff.
Dece[l]e[b]rate, accelerate
pushing downward.
Put yourself aside to descend into everything and all.
Lay a trap for yourself.
Special gravit/a[c]tion.
Precipitate without with.
Fatal flight or woman put to flight?
Nothing, tempus fugit : alone,
the orgasm of a kiss blown to nothing
a trifle entrusted to the wind.
Levitate beyond the dream of flying.
The undecidable deciduous
no sooner said than done
break the skull wall.
Turn outward, throw yourself overboard
the dream of a hasty action
Zero-degree perception
Distrust yourself to the very end:
Perception/deception over/action
Rush of adrenaline,
checkmate to the self-preservation instinct
Sink rebuild reveal yourself
without conceding to a titanic titanism
Hope
Promise
And
Swear
They do want the future infinitive
Lib[e]ration:
Towards a demonology of the fall
"I laid the foundations of my cause on nothing"
Max Stirner
In a nuraghic cave in Moseddu-Cheremele, in Sardinia,stylized pictures of tiny men are found. The style bears an extraordinary resemblance to that of Keith Haring, although the pictures predate the latter by some thousands of years. However, some of these tiny men have a unique feature: they were drawn upside down. Unbearable lightness of being: before the power of the rising sun they fall back, blinded. A clear symbol of the fall.
A while ago a girl friend asked me to write a feature on the fall, on the experience of falling. I resolved to do it. Initially I jotted down a few etymological notes, a sort of foreword to a phenomenology of the fall.
But something held me back, stopped me. So far, I haven’t written it. But while the time when I wasn’t writing went by, the non-written floated in total peace of mind. Now I know. A man cannot understand the fall unless he has fallen in the primordial abyss first. Access, go blind, emerge into the great eastern sun is the only occasional way. An auroral setting. The end is in the beginning, nevertheless we go on.
But now the time for wasting words is over. Words fade, letting action step in.
A dance step, of course. Once again the Šardana. May this calibr/a[c]tion of mine be a late but cogent reflection on the precipitation of meaning. Complete.
tarted by ---gallizio
in the quantum leap era
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italian version
Bruciate tutte le domande, rimane questa:
Che cosa spinge un uomo a danzare con la morte?
Mai precipitare le cose.
Piuttosto la mise en abyme
La fine per principio,
Il pro/gettarsi absoluto.
Le grand jeux, il gusto dell’inconcepibile, l’impossibile serietà del gioco.
160 metri di precipi/zio.
Ciondolarsi
Autoso/s/pendersi da ogni pendenza.
Dece[r and/or l]ebrarsi, accelerarsi
azionandosi verso il basso.
Mettersi da parte per calarsi nel tutto.
Ottendersi una trappola.
Gravit/azione particolare.
Precipitarsi senza con.
Fuga funesta o donna fugata?
Niente, tempus fugit: solo, l’orgasmo di un bacio librato sul nulla,
una sciocchezza affidata al vento.
Ca/librarsi oltre il sogno del volo.
L’Indecidibile deciduo:
presto fatto che detto
infrangere il muro del cranio.
Estroflettersi, buttarsi amare
il sogno di una cosa di volata
Il grado zero della percezione
Diffidarsi a oltranza:
Perception/deception over/action
Frinire di adrenalina,
lo scacco matto all’istinto di conservazione.
Affondarsi rifondarsi effondersi
senza concedersi a un titanismo titanico
Spero
Promitto
e
Iuro
Vogliono l’infinito futuro
Lib[e]razione:
Verso una demonologia della caduta
“Ho fondato la mia vita sul nulla”
Max Stirner
In una grotta nuragica a Moseddu-Cheremule, in Sardegna, sono raffigurati degli omini stilizzati. Lo stile è straordinariamente simile a quello di Keith Haring, non fosse che è di qualche migliaio d'anni precedente. Alcuni di questi omini hanno tuttavia una particolarita': sono disegnati sotto sopra, a testa in giu'. Insostenibile leggerezza dell’essere: di fronte alla potenza originaria del sole nascente cadono accecati all’indietro. Evidente simbologia della caduta.
Un’amica tempo fa mi aveva chiesto di scrivere un pezzo sulla caduta, sull’esperienza del cadere. Mi ero ripromesso di farlo. Li' per li' mi ero segnato tutta una serie di appunti etimologici, una sorta di preludio a una fenomenologia della caduta.
Eppure qualcosa mi tratteneva, mi bloccava a terra. Fino ad oggi non l’ho scritto. Ma mentre passavano i giorni nella non-scrittura, questa volta il non-scritto galleggiava in un’assoluta serenità del cuore. Ora so. Un uomo non puo' capire la caduta se non cade prima nell’abisso dell’origine. Accedere, accecarsi, scaturire nel grande sole di oriente come unica via occasionale.
Un tramontare aurorali.
La fine e' nel principio, eppure si continua.
Ma ora il tempo delle parole in sciupio e' finito. Le parole tramontano, cedendo il passo all’azione. Un passo di danza, naturalmente. Ancora una volta gli Šardana. Possa questa mia calibr/azione essere una declinazione tardiva, forse, ma cogente della precipitazione di senso. Compiuta.
tarted by ---gallizio
in the quantum leap era
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e cercano brancolando la vita

in girunkatzu
pejus
Quanto a cio' che abbiamo fatto, come si potrebbe valutre il risultato attuale?
Attraverseremo ora questo paesaggio devastato dalla guerra che una societa' combatte contro se stessa, contro le proprie possibilita'. L'imbruttimento di tutto era senza dubbio il prezzo inevitabile del conflitto.
E' perche' il nemico ha spinto cosi' lontano i suoi errori che noi abbiamo cominciato a vincere.

route
router
[...]
E' diventata ingovernabile, questa "terra guasta" in cui le nuove sofferenze si travestono da vecchi piaceri; e in cui gli individui hanno cosi' paura. Girano in tondo nella notte e sono consumati dal fuoco.
Si svegliano sgomenti, e cercano brancolando la vita.
Corre voce che coloro che l'espropriavano l'abbiano smarrita.
Ecco dunque una civilta' che brucia, si rovescia e affonda tutta intera. Ah! Che bel siluramento!

bonus track router
E che ne e' stato di me in mezzo a questo disastroso naufragio, che trovo necessario; al quale si puo' anche dire cha abbia contribuito, poiche' e' sicuramente vero che non mi sono dedicato ad altro?
Cio' che un poeta dell'epoca T'ang ha scritto in Separandosi da un viaggiatore, potrei applicarlo a quest'ora della mia storia?
"Smontai da cavallo, gli offrii il vino dell'addio, - e gli chiesi quale fosse lo scopo del suo viaggio"- Mi rispose: non ho avuto successo negli affari del mondo; - me ne torno ai monti Nan-Shan per cercarvi il riposo".

la strada
more road
Ma no, vedo molto distintamente che non c'e' riposo per me; e in primo luogo perche' nessuno mi fa la grazia di pensare che non ho avuto successo negli affari del mondo. Ma, per fortuna, nessuno potra' dire nemmeno che abbia avuto successo. Bisogna dunque ammettere che non c'e' successo o fallimento per Guy Debord, e le sue pretese smisurate.
Era gia' l'alba della faticosa giornata che vediamo finire, quando il giovane Marx scriveva a Ruge: "Non mi direte che stimo troppo il tempo presente; e se pero' non ne dispero, e' solo a causa della sua situazione disperata, che mi riempie di speranza".
Il salpare di un'epoca per la fredda storia non ha placato nulla, devo dire, delle passioni di cui ho fornito esempi cosi' belli e tristi.
Come mostrano ancora queste ultime riflessioni sulla violenza, non ci saranno per me ne' ritorno, ne' riconciliazione.
La saggezza non verra' mai.
tartito da ---gallizio
all'epoca che non salpa, ancorata com'e' al niente
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Friday, April 18, 2008
attingere l'impossibile

realismo socialista
piu' reale del vero
f. nietzsche
"Come i racconti fittizi dei romanzi, i testi che seguono si offrono con l'intenzione di rappresentare la verita'. Questo non significa che io sia portato a conceder loro un valore convincente. Non ho voluto barare. D'altra parte non esiste romanzo che, in linea di massima, possa barare. E io non potevo presumere di riuscirci meglio di un altro. Credo persino che in un certo senso i miei racconti attingano chiaramente l'impossibile. Queste evocazioni hanno in verita' una grevita' penosa. Una grevita' che si lega forse al fatto che l'orrore ha talvolta avuto nella mia vita una presenza reale. Pu0' anche darsi che soltanto l'orrore, sia pur colto nella finzione, mi abbia permesso di sfuggire al sentimento di vuoto della menzogna... Il realismo mi sembra un errore. Soltanto la violenza si sottrae al sentimento di poverta' delle esperienze realistiche. Soltanto la morte e il desiderio hanno la forza che opprime, che spezza il respiro. Soltanto l'eccesso del desiderio e della morte permette di attingere la verita'. Si apre dinanzi alla specie umana una duplice prospettiva: da un lato la prospettiva del piacere violento, dell'orrore e della morte - esattamente quella della poesia - e, in senso opposto, quella della scienza o del mondo reale dell'utilita'. Soltanto l'utile, il reale, hanno un carattere di serieta'. Non possiamo mai arrogarci il diritto di preferirgli la seduzione: la verita' ha dei diritti su di noi. Ha su di noi persino tutti i diritti."
tartito da ---gallizio
al tempo lacerato della feritaperta
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Wednesday, April 16, 2008
l'amour fusionnel

to andrè gorz
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(hanno vissuto) vivere nell'infinito dell'istante sapendo che e' finito
"mi hai dato tutta la tua vita e tutto di te; vorrei poterti dare tutto di me durante il tempo che ci resta. Hai appena compiuto 82 anni. Sei sempre bella, elegante e desiderabile. Viviamo insieme da 58 anni e ti amo piu' che mai"
tartito da ---gallizio
all'epoca estatica fusionalistantanea
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Saturday, April 12, 2008
stirner brigaden

brigata stirner
"il libro fifty fifty sarà il prossimo evestrum consanguineo, compartecipato, vissuto, internazionalizzato, insorto, non conglobato, decalculatamente spontaneo, conviviale, fraterno, armonico e frugale"
mario
tartito da ---gallizio
al tempo refluo che imbriga e disbriga
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Friday, April 11, 2008
evestrum karalitano

karalis tonight
contrariamente a quanto avrei voluto, questa sera non saro' parte
della performance karalitana di mario pischedda.
Niente ex/posizione dei corp[s]i mistici,
ma in compenso un mio intervento di arte istantanea
appositamente commissionatomi da marioinmovement
e detournata à la carte per l'evestrum.
tartito da ---gallizio
all'epoca degli uomini spontanei decalculatamente idoli
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Thursday, April 10, 2008
ricompensa [verso l'evestrum]

printemps
even more blossoming version
[come è andato la f/oto/grafia, ti ha ispirato, sei spirato,
hai espirato, respirato, hai consegnato? hai improvvisato,
pubblica con grazia su Grazia - mp]
dopo soli 18 mesi ho finalmente consegnato a pixel pischedda la redazione pre/fata del suo volume di [spam-poetries]. Mi scrive inviandomi questa foto cadeau:
"questa è la ricompensa per la manutenzione letteraria...un soffio di luce
benefico 4 me & 4 u, spero sia di buon auspicio per il futuro".
[la vera notizia,comunque, e' che mario abbia addirittura inserito il blog di grazia in fondo al suo blogroll...]
tartito da ---marius
al tempo redento della redazione in fiamme
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Wednesday, April 09, 2008
In cambio saro' libero




sventolare il nomen
flagger
In cambio saro' libero. La maschera che mi cuciranno addosso, lo straniero, l’isolano, il mendicante, mi nascondera', occultera' il nome, saro' uomo fra uomini… Chi e' mite compatisce i persecutori, ne vede la fragilità, le ferite nascoste e non si lamenta del male che subisce.
“Tu non sei mite. Ora soltanto hai percepito l’esistenza della mitezza. Perche' vinto. Sei stato bestia, avida e feroce, finche' avevi forza e te l’hanno permesso. Ora ti mascheri da esiliato, nascondendo il nome che per anni hai sventolato quasi fosse un merito.
tartito da ---gallizio
all'epoca del quinto moro e' l'addio
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la strada ha un'unica via d’uscita: l’errore

urban condition
Molto spesso, timoroso, mi sono trovato a sfidare
la novita' delle cose - e' il mio tormento
Ho spiato, in segreto, le cose
nel loro farsi, ed ho scelto
una traccia, un indizio
di vero:
la contraddizione
l’unica possibilita', o l’accanimento
della negazione, ancora
Chiedo cose grandi, che non ci sono
Con tutto il corpo. Chiedere
le cose e' dare voce
alle cose. Poi le cose
portano impulsi
a partire
C’e' tutto il cielo da attraversare
per approdare alla vita che verrà
Fatemi, fatemi guidare
i cavalli che hanno ali ai piedi, fatemi
quelli che sputano fuoco, fatemi
guidare i cavalli veloci
La mia meta e' lontano - dissi partendo
ng, la caduta e l'esilio
tartito da ---gallizio
al tempo acre della lingua scalfita
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Tuesday, April 08, 2008
e amo, amo tutto cio’ che ha sapore di rivolta

solo
con dida
dedicato a te che pensi che tutto debba restare cosi'.
non fosse altro perche' (in fondo lo sai)
bisogna che tutto cambi
perche' tutto rimanga come prima
e’ la scrittura, come una reliquia,
o d’una orrenda spoglia dita o piaga,
per labbra recitanti nella febbre.”
Giuseppe Guglielmi
Tutto e’ niente, tutto e’ morte, tutto e’ tempo, tutto e’ merce
tutto io odio, con rigore, odio tutto cio' che m’inganna, odio
tutto cio’ che ha inculcato in noi l’antica schiavitu’, tutto
ogni servitu’ e ogni lacuna, odio cio’ che rende ciechi
e ci lascia nelle crepe della storia, a patire le pene
dell’inferno, tutto odio, odio, odio.
E amo, amo tutto cio’ che ha sapore
di rivolta, anche chi sbaglia e’ mio fratello, amo
il coltello che si ficca nella carne del presente, amo
l’ebbrezza meravigliosa della rivolta, del colpo di mano,
dell’onda che s’infuria contro la roccia, amo la goccia
d’acqua che piano la rode e la pioggia che mette in crisi
il raccolto e le nubi minacciose e le spose che abbandonano
il marito e le rose pungenti e le pietre e le parole affilate
i luoghi da profanare le bestemmie da proferire gli incendi
da fissare i delitti da benedire, amo.
Nessuna quiete, solo il ritmo inebriante: “Cercare i nostri eguali
osare riconoscerli lasciare che ci giudichino guidarli esser guidati
con loro volere il bene fare con loro il male e il bene
la realta’ servire negare mutare”.
tartito da ---gallizio
al tempo in cui la viratio muta a settentrione
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Sunday, April 06, 2008
[grazia's blog] ombelical loop

gallizio di sottecchi
photocredit
non so bene come e perche' ma sono l'ospite della settimana di grazia blog.
e' vero, e' fuori target, ma il vantaggio e' che non solo non mi pagano un cazzo ma c'e' un livello di pubblico sufficientemente scazzato da distrarre dalle turbolenze della vita vera.
Per inimicarmi la lettrice, ho scritto un pezzo verboso su amore fedelta' e tradimento (un centone scopiazzato da de rougemont e altri) e a ruota, per confonderla, un pezzo di lovefiction in cui impapocchio una serie di riferimenti sessuali (anche qui rubando a piene mani ad atzeni, tiqqun, klossowsky e folklore sardo assortito).
tartito da ---gallizio
al tempo della grazia intermittente prolassa
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Thursday, April 03, 2008
svelte a sigillare

senza fine
(piu' infinita)
Oggi, rintracciare cibi ghiottamente arcaici e' affare da indagatori, e vuole una protervia tanto astutamente viziosa da ridar prestigio al liso peccato medievale della Gula. Pertanto, molto rallegrano certe sporadiche, discontinue sopravvivenze arroccate in qualche sapida ridotta provinciale. La ricetta centonovantuno [dell'Artusi] tratta, fra i fritti, delle "donzelline", losanghe di pasta ("un intriso ne' troppo sodo, ne' troppo morbido"), fritte e poi spolverate di zucchero a velo; e ci si rammenta che, ancor oggi, in qualche piazza emiliana, si possono scorgere irte femminette davanti a bigonci di olio bollente, svelte a sigillare bolle di volatile aria, entro una esilissima crosta dorata, una "sfoglia della grossezza di uno scudo", da sciogliere in bocca, ustionanti ed effimere
tartito da ---gallizio
all'epoca dell'alta la cupa fiamma che sigilla
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Wednesday, April 02, 2008
almeno tu fossi poesia

non c'era niente
Non deve tutto soffrire? Tanto piu' e’ eccellente, tanto piu’ soffrire? Non soffre la sacra natura?
[…] La volonta’ che non soffre e’ sonno, e senza morte non vi e’ vita
tartito da ---gallizio
al tempo impavido del sempre che costa
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