Wednesday, January 31, 2007
Sic

sic et simpliciter
magis
MP riflesso nella jeune fille e nel suo doppio: la sua immagine
tartito da ---gallizio
al tempo emulo del tanganica
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Tuesday, January 30, 2007
i dettagli e l'essenziale

Noi dimentichiamo spesso i dettagli quando ci occupiamo dell'essenziale.
Se l'istante e' armonioso e dorato, il tempo lo penetra.
Ma noi usciamo dal tempo, ed esso diviene lo sfondo, il motivo intonato da una realta' lontana, come qui il battito delle onde sul litorale.
tartito da ---gallizio
al tempo del redde rationem
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Sunday, January 28, 2007
ex-odanti di tutto il mondo, ancora uno sforzo

prove esodanti 1
amici, lo so che e' insopportabile, ma serve ancora uno sforzo.
Intanto qui si lavora all'esodo:
bisogna partire perche' «nessuno» e' l'altro nome di Ulisse, e perche' non deve importare a nessuno di raggiungere Itaca o di fare naufragio.
Non e' piu' tempo di sognare cio' che saremo, quel che faremo, adesso che possiamo essere tutto, che possiamo fare tutto, adesso che ci e' concessa tutta la nostra potenza, con la certezza che l'oblio della gioia ci impedira' di dispiegarla.
E' qui che occorre abbandonarsi o lasciarsi morire. Davvero l'uomo e' qualcosa che dev'essere superato, ma per questo prima deve essere ascoltato in cio' che ha di piu' esposto, di piu' raro, perche' cio' che resta non si perda nel passaggio. Il Bloom, residuo derisorio di un mondo che non cessa di tradirlo e di esiliarlo, esige di fare i bagagli, esige l'esodo. Ma spesso chi parte non ritrova i suoi e l'esodo ridiventa esilio.
gallizio, tiqqun reloaded for "e-xodus, how to escape and execute right now"
[tu pero' riprendi a mandarmi le foto]
tartito da ---gallizio
al tempo dell'editoria spiccia e mai corriva
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Saturday, January 27, 2007
carne da sportello

roberto satta, valori zero
Abitavamo al primo piano, e di fianco a noi alloggiava la banca. (...)
La contabilita' era sbrigata da due anziane signorine, e le mansioni di cassiere erano svolte da un ex-capitano degli ussari a riposo, il quale subiva con aria risentita questo capriccio del destino, e strapazzava i contadini venuti a contrarre un prestito o a pagare gli interessi urlando come se fosse in caserma. Il capitano aveva abdicato al suo rango per sposare una donna che amava, una povera maestrina. Ma una volta messo in atto il suo proposito non era piu' riuscito a raccapezzarsi nel mondo e, in preda a un'inestinguibile nostalgia per la sua vecchia vita aveva cominciato a bere, esecrando la stupidita' di un ordine cosmico in cui un capitano degli ussari veniva degradato a cassiere di banca, e augurandosi ardentemente, con parole tonitruanti, che "accadesse finalmente qualcosa". Mai vidi uomo piu' felice di questo capitano degli ussari in disarmo il giorno in cui scoppio' la guerra mondiale, quando indosso' la sua vecchia uniforme e si presento' in banca, la spada tintinnante, per congedarsi dai suoi ex-superiori che ora lo trattavano di nuovo con i guanti e gli rivolgevano parole piene di rispetto, alle quali lui replicava laconicamente arricciandosi i baffi, giacche' finalmente, grazie a Dio, "era accaduto qualcosa". esempio di un uomo che, cometanti altri, ando' al fronte con vero entusiasmo, per cadere gia' nel primo anno di guerra
sandor marai, confessioni di un borghese
tartito da ---gallizio
all'epica essodante dell'incentivo all'ex-odo
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Thursday, January 25, 2007
being positive

alienazione
piu' alienazione
non so voi, ma un amico ha appena scoperto (come me del resto) di essere positivo all'ADHD 2.0
Ecco alcuni dei sintomi che manifesta, :
1) Distraibilita'
Negli ultimi anni ad un aumento degli stimoli informativi cui sono sottoposto corrisponde una diminuzione del tempo massimo di concentrazione su un argomento.
2) Inattivita'
Alloco un'enorme quantita' del mio tempo a pensare (cose straordinarie, ovviamente) e un'infima quantita' ad agire (al di la' del contenuto)
3) Compulsivita'
Ad un aumento della velocita' delle comunicazioni (ormai al livello compulsivo) corrisponde una diminuzione della qualita' delle comunicazioni. Non necessariamente della quantita'.
4) Impersonalita'
La maggior parte delle comunicazioni riguardano fatti, eventi, notizie, e non esperienze, emozioni o pensieri. Sono segnalazioni piu' che comunicazioni.
5) Nonlettura
Un'enorme quantita' delle comunicazioni e' frutto di un meccanismo di difesa inconscio contro l'eccesso di informazioni cui sono sottoposto. Il mio inconscio mi consiglia di nonleggere e "delegare" a qualcun altro la lettura/elaborazione dell'informazione
dedicato soprattutto ad antonio b.
tartito da ---gallizio
all'epoca biblica della nonlettura
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escape from sedentary reason

Al "sempremorto" sovrano, nella cupa Madrid dell’Inquisizione, don Francisco fa dono dell’enorme conquista, fingendo umilta' e dedizione, per ottenere in cambio il titolo di Adelantado, governatore assoluto dell’immensa Amazzonia, dove brama d’inventarsi un regno che non risponda a nessuna legge e a nessuna virtu': "Tornero' dove cantano gli arara nelle foreste natali, dove ragni giganti intessono la luce, la' non ci sono torri, la' non ci sono chiese, le lacrime sono inutili, mai vi fu il peccato, mai vi fu il perdono". Gli sarà concesso?
francesco saba sardi, orellana
tartito da ---gallizio
all'epoca dell'afflato folle della nave brandtiana
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Sunday, January 21, 2007
non smettera' mai piu' di finire

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Perche' il futuro e' morto, e se il futuro e' finito veramente, se il passato e' futuro, e' cominciata l'agonia del futuro anche per il libro e personaggi e tempi e luoghi e fatti inenarrabili. Non smettera' mai piu' di finire la fine del futuro, ne' di morire la morte del futuro che e' poi la secolare morte poetica. La maggior parte dell'eternita' sta passando per i vivibondi e questa fortass'e' la prova generale della morte come morte della morte della poesia della morte della poesia.

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Lo sconcertatore orchestico intima silenzio parlato, e l'inconsumabile, cio' sarebbe l'impersonaggio scelto fra i deliranti della nostra tanatopolis, esita postumi di silenzio fin da adesso: My Way of Death e' il mio modo di morire (e voi sapete che sono un mortuus vivendi).
Questa e' gia' una posticipazione di morte, il libro se ne rende conto: vi scrivivro' tutto su il modo di produzione della morte (letturaria, anche, si capisce), vi diro' tutto il nulla dell'inenarrazione, della sua agonia postuma. E qui il libro s'impunta insieme con il lettore che s'impenna: la morticultura sara' gia' cominciata sulla pagina ma il passaggio a miglior morte della maligna infinita' letteraturaria e' lungo come la morte incompiuta dell'antica arte della morte (dell'arte, innaturalmente, o delle arti dell'arte di morirla, l'artefattura). L'infinito e' sfinito e la fine e' finita, come finira' questa disputatiuncola.

fraler
(...). Si morira' a lungo, riscrivivendo il libro, nell'azione di lettura, e chiunque legga per provocarsi a un'avventura mentale liberatoria stara' certo in guardia contro la fasmatanatogoria di questa testura. Dissimiglianza, infalsimiglianza, dissimulazione sono tratti di ogni titolo, di ogni capitolazione, di ogni epigrafia, di ogni frammentazione o comodo (o scomodo) di lettura. Smascheratitolo sara' dunque il lettore che accetti la sfida dell'auctor e, lettore difficile di libri facili come lettore facile di libri difficili, scenda in pagina per battersi con se stesso interposto scriblero. Qui, a pie' fermo, l'attesa lo aspetta. Quando avremo fatto fuori (-pagina) il padrone assoluto, cio' sia il capitale morte, moriremo da vivi, e la poesia della morte non sara' piu' la morte della poesia, ciossarebbe l'ultima figura.
gianni toti, il padrone assoluto
tutto il primo capitolo qui (pdf 1,85 MB)
tartito da ---gallizio
al tempo in cui si nasce morti ma si puo' morire vivi
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Saturday, January 20, 2007
dunque, tutto questo c'e'

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Atmen, du unsichtbares Gedicht!
Immerfort um das eigne
Sein rein eingetauschter Weltraum, Gegengewicht,
in dem ich
[Respiro, tu invisibile poema!
Spazio puro nel mondo, col nostro essere
Scambiato senza sosta. Contrappeso
in cui si attua il mio ritmo].
r.m. rilke, sonetti a orfeo, II, 1
Queste settimane sono passate lasciando la cifra dell’abbandono. Un amico se n’e’ andato, e io lo porto con me. Un ciclo si e’ chiuso, e subito che un altro si dischiude.
Non letture ritorna, ma non puo’ che tornare nel pensiero rammemorante. E lo fa replicando la candida efferatezza di gigi: “quando la morte ti passa vicino lascia il segno”. Touche’. Quasi un mese sotto la coltre. Ora si va: dunque, tutto questo c’e’.
Castelli in aria e fantasia esatta
«Non dobbiamo immaginarci i prodotti di questa attivita’ fantastica (phantasierend) e cioe’ le singole fantasie, castelli in aria (Luftschlösser), sogni ad occhi aperti, come rigidi e immutabili. Si adattano invece alle variabili impressioni offerteci dalla vita, mutano a ogni cambiamento di posizione, e da ogni vivace impressione traggono, per cosi’ dire, un “contrassegno temporale”. Il rapporto della fantasia col tempo e’ in genere molto significativo. Si deve dire che una fantasia ondeggia fra tre tempi, i tre momenti temporali della nostra ideazione. Il lavoro mentale prende le mosse da un’impressione attuale, un’occasione offerta dal presente (ein Anlaß in der Gegenwart) e suscettibile di risvegliare uno dei grandi desideri (Wünsche) del soggetto. Di la’ si collega al ricordo (Erinnerung) di un’esperienza anteriore, risalente in genere all’infanzia in cui quel desiderio veniva esaudito; e crea quindi una situazione relativa al futuro (Zukunft) , che egli si raffigura quale appagamento del desiderio: questo e’ appunto il sogno a occhi aperti o fantasia, recante in se’ le tracce della sua provenienza dall’occasione attuale e dal ricordo passato. Dunque passato, presente e futuro, come infilati al filo del desiderio che li attraversa».
Del resto, come diceva Brecht,
di questa citta’ restera’
il vento che l’attraversa

Ma le rovine freudiane non possono bastarci.
Ripartiamo, e ripariamo qui:
«Il respiro, il soffio, e’ una considerevole potenza impercettibile. Non e’ quasi nulla, eppure e’ capace di cambiare dei mondi: “dal moto di un soffio dipende tutto cio’ che sulla terra gli uomini hanno pensato, voluto e fatto, e cio’ che faranno di umano”, scriveva Herder. “La parola solleva piu’ terra di quanto non faccia un seppellitore”, scriveva per parte sua Rene Char. Ed e’ questo un modo di pensare il respiro come un rischio poetico da cui dipende il destino stesso della verita’: ad aprire troppo l’aperto non si produce piu’ altro che muta vacuita’: a condensare troppo la forma si produce solo una massa. (…) Dire poeticamente? Lavorare il linguaggio perche’ esso perda il fiato e, da questgo sfinimento, esali il suo stesso limite, il suo limite non ancora massificato, fuggevolmente condensato e mostrato: un’immagine».
«Come mulinelli di polvere sollevati dal vento che passa, gli esseri viventi girano su se stessi, sospesi al grande soffio della vita. Essi sono dunque relativamente stabili, anzi imitano cosi’ bene l’immobilita’ che noi li trattiamo come cose anziche’ come progressi, dimenticando che la permanenza stessa della loro forma non e’ altro che il tracciato di un movimento. Talvolta, pero’, si materializza davanti ai nostri occhi, come una fuggevole apparizione, il soffio invisibile che li porta. Abbiamo questa improvvisa illuminazione davanti a certe forme dell’amore materno [che] ci fa vedere come ogni generazione si inclina verso quella che la seguira’. Ci suggerisce che l’essere vivente e’ soprattutto un luogo di passaggio, e che l’essenziale della vita sta nel movimento che la trasmette»
henry bergson, l’evoluzione creatrice
tartito da ---gallizio
al tempo del viso soffiato
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Labels: bergson, didi-huberman, gambula, gigitagliapietra, immagine, respiro, vita