Wednesday, June 22, 2005
départ: per un abbrivio all'opera omnia di Schatz in tre mosse

mario pischedda, départ
1. Geniij mesta [Genius loci]
Deposta ogni estetica, siamo poi cosi’ sicuri che l’intelligenza, alla fine, salvera' il mondo? Vada come vada, inutile chiederselo. La speranza e’ che le nostre salme vengano comunque composte con un ghigno smisurato sulle labbra.
Quello che e’ certo, invece, e’ che le cose ci sopravviveranno, “non sapranno mai che ce ne siamo andati”. Dopo averle lasciate decantare in botti di banalita’ per millenni, sara’ una sorta d’intelligenza panica a salvarle. Meglio rinunciare alle redente tirie personali per affidarsi a un cavallo scosso. Sara’ per questo che l’intelligenza di Schatz si e’ annidata nelle cose. Microvisioni in atto, disperanti e scioperate, congiurano alla durata, hanno spazio e respiro. Ogni sua non-opera e’ un rito di passaggio, un tentativo di fuga riuscito, una messa a terra disalienante in cui la sua risata irredenta e’ arroccata come un odradek.
2. per una Teoria postmoderna della fuga
Oberato dall’invulnerabile ingombro delle relazioni (e’ per sua stesso conio uno schiavo della comunicazione) e’ come se Schatz si fosse rifugiato armi e bagagli nelle cose.
Uomo incline all’esodo (la sua famiglia in tre generazioni ha attraversato di tutto, dagli sfarzi massimi dell’opulenza all’esperimento del comunismo vero: su esplicito invito in una missiva di Lenin, suo nonno tedesco voto' tutti i suoi averi alla rivoluzione sovietica) Alberti Schatz aveva gia’ tentato una prima diaspora in Asia, al seguito del fotografo Stefano Torrione, ma ne e' tornato. Ora e’ come se avesse capito che l’unica fuga possibile e’ nel microcosmo utopico delle sue non-opere. Ognuna di esse e’ un'esile membrana che lascia vibrare irrevocabile la liberta’.
3. chiusa a' la Queneau
Eugenio Alberti Schatz e’ un umanista e un pioniere, un gordo ingordo di curiosita’. Dandy generoso ai confini della perdizione, amante smisurato e totale della vita, cui suole tributare ogni passion, Eugenio Alberti Schatz e’ un locomotore lanciato imbelle contro la stultizia, lui che la diagnostica e la patisce come un morbo autoimmunizzante. Nel grande e nel piccolo, versa il suo diuturno obolo in non-opere: ognuna e’ un piccolo canto sciolto all’intelligenza. Eugenio Alberti Schatz e’ tutto questo e molte altre cose. Ma non e’ tutto: ora che e’ di nuovo in fuga, Eugenio Alberti Schatz si sta preparando a divenire Eugenio Alberti Schatz.
tartito da ---gallizio
nell'era becera della facocera
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