Thursday, October 18, 2007
controvento

wind
Un vento di maestrale, di lato,
imprendibile si getta sul veliero,
sulle case, sulle porte, come flagello
demolisce quest’erba felice,
i boschi, le lingue, i gabbiani,
demolisce ogni vilta'.
Inutile resistere alla sua furia,
alla sua mira, alla sua
devastazione, inutile tentare
la fuga. Chiusi in casa, dovunque
finisce la partita, tra un boato e l’altro
del vento, tutti i luoghi
sono azzerati, tutti i gesti,
tutte i buoni propositi.
Tutte le musiche.
C’e' troppo vento, stasera,
in questa oscurita', e il vento
non lascia scampo e rende tutto ancora
più buio. E' fatale, quando lo scoramento
prende il sopravvento, quando
il fiato s’arresta, e l’occhio
si congeda, e' la tromba della fine
ad accendere il pensiero,
la paura, la morte.
Il vento soffia e porta
pioggia, e ogni parola
risuona a vuoto, sillabe rese cenere
dalla gola singhiozzante, ogni grido,
ogni pianto, risuona contratto
nel vento di ciclone, risuona
muto. In questo vento estremo
tra i cordami il mozzo agonizza,
la donna si aggrappa alle mura di casa,
il bambino straziato dalla porta,
mentre al molo il pescatore
ha ritratto le reti
piangendo la sua impotenza
per la violenza delle ventate,
maledicendo dio
per la sua ottusa indifferenza,
per la sua sordita', per la sua assenza.
Chiedeva aiuto, ma non c’era nessuno
che lo potesse aiutare.
Tutto e' crollato, la scuola, le case,
la natura, anche il parlamento.
L’ululato del vento, il suo terrifico
suono, la sua forza, senza vergogna
ha fatto stonare ogni sorriso,
rendendo il profilo di dio
un vano ricordo, inutile
battito d’un nome, d’invano
ansare, di nulla.
tartito da ---nevious
al tempo del libro mastro del vento maestro
permalink
Labels: gambula, mariopischedda, poetry, sardegna, sardinia