Tuesday, September 25, 2007
l'amour fusionnel

to andrè gorz
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(hanno vissuto) vivere nell'infinito dell'istante sapendo che e' finito
"mi hai dato tutta la tua vita e tutto di te; vorrei poterti dare tutto di me durante il tempo che ci resta. Hai appena compiuto 82 anni. Sei sempre bella, elegante e desiderabile. Viviamo insieme da 58 anni e ti amo piu' che mai"
andre' gorz, histoire d'un amour, editions galilée
tartito da ---gallizio
all'epoca estatica fusionalistantanea
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cio' che conta e' la passione e la decisione

estetica della sparizione
«L'economia dell'abbondanza tende di per sé verso una economia della gratuità
e verso forme di produzione, di cooperazione, di scambi e di consumo fondate
sulla reciprocità e la messa in comune, nonché su nuove monete.
Il "capitalismo cognitivo" è la crisi del capitalismo tout court»
andre' gorz, l'immateriale
André Gorz e la moglie si sono suicidati.Allievo di Sartre , autore
fra l'altro di Addio al proletariato e di Metamorfosi del lavoro, Gorz
era negli ultimi anni diventato uno dei più convinti sosteniutori del
reddito universale dopo esserne stato a lungo un convinto detrattore.
Ecologista intransigente è stato tra i primi a cercare di interpretare
le discontinuità del modo di produzione post-fordista.
Pare che la moglie,sua compagna da sempre, fosse molto malata.
Uno degli ultimi pensatori critici " in grande" non c'è più.
papi bronzini
me l'ha detto zoe abbiamo sfogliato l'immateriale con i fratelli di
liegi qui di passaggio. la metamorfosi del lavoro e' il suo libro che
piu' mi ha influenzato. un modo bello di andarsene con chi amava.
l'ultimo grande pensatore utopico. entropia, alex foti
tartito da ---gallizio
al tempo gordo del salto nel buio
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Monday, September 24, 2007
non ve n'e' uno

night sky moon
"L'universo e' eterno, gli astri sono perituri, e poiche' costituiscono la totalita' della materia, ognuno di loro e' passato attraverso miliardi di esistenze. La gravita', attraverso i suoi traumi risuscitatori, li divide, li rimescola, li plasma incessantemente, al punto che non ve n'e' uno che non sia composto dalla polvere della totalita' degli altri. Ogni pollice di terra che calpestiamo ha fatto parte dell'universo intero. Ma e' un testimone muto, e non racconta quel che ha visto nell'eternita'"
Louis-Auguste Blanqui, L'eternita' attraverso gli astri
tartito da ---gallizio
al tempo muto e aspero dei gravi
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Wednesday, September 12, 2007
noi di quest’altra sardegna

it's a very big sea
biggest
Aver pubblicato mi ha anche fatto incontrare altri autori sardi. Ne ho conosciuti tre che ammiravo gia’: Luciano Marrocu, Salvatore Niffoi e Flavio Soriga. Sono stata felice, come il giovane Holden quando dice:
“Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l’autore fosse un tuo amico e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira”.
Quando ho conosciuto Niffoi, avevo gia’ letto tutti i suoi romanzi. Incontrandolo ho pensato che magari era una domanda scema, ma gli volevo chiedere se quelle storie terribili succedevano davvero dalle sue parti, cioe’, se erano, come dice Manzoni, verosimili. Era mai possibile una vicenda come quella di Cristolu? Mi ha risposto di si’, lui la storia di Cristolu l’aveva sentita quando aveva cinque anni e gli era rimasta marchiata dentro. Adesso gli ho domandato dove ha scovato le due terribili suore di Ritorno a Baraule e anche quelle esistono. Mi sono fatta l’idea che rimproverare la Deledda, Niffoi, la Giacobbe di presentare la solita Sardegna delle vendette, delle faide, delle uccisioni, dei banditi e cose del genere, non ha senso. Quella non e’ la solita Sardegna, e’ la loro Sardegna, il loro mondo e di questo mondo hanno scritto e scrivono. Noi di quest’altra Sardegna, con il mare e il vento e la nostra spiritosaggine e allegria levantina, non possiamo capirlo quel loro mondo, lontanissimo anche se a due passi. Se quelle loro storie fossero ambientate da noi, allora sì che sarebbero artificiali, come ha intuito Giulio Angioni nel suo romanzo capolavoro che e’ Assandira.
Nei libri di Niffoi, le parole si fanno “cose”, nel senso che leggi la parola e ti sembra di toccare la cosa, ne senti l’odore, il sapore, la forma.
Una cosa che tutti si chiedono e’ se abitare in Sardegna, essere Sardi, dia alla scrittura un carattere particolare e cosa sia questo particolare carattere. Secondo me e’ la lontananza. Il mare che divide dal Continente o dalla Terraferma come dicevano un tempo, separa, non c’e’ niente da fare. E poi la Sardegna e’ bellissima e mantiene, nonostante gli orrendi villaggi turistici e il chiasso estivo, una selvatichezza e un mistero che si riflettono nella scrittura, sia quella degli scrittori dell’interno, da Grazia Deledda a Salvatore Niffoi, sia degli scrittori delle coste, ventose, luminose e con il mare infinito davanti. Fare paragoni e dire che gli uni o gli altri rappresentano la vera Sardegna, secondo me non ha senso. Io ho capito che sono vere tutte e due e, nella diversita’ dei codici e della cultura, ugualmente affascinanti se lo scrittore ne coglie il senso profondo. E comunque unite dal punto di vista della lontananza, questo, sì, comune a tutti. La Sardegna isola-grotta-tana. La Sardegna di cui si ha un desiderio struggente e dove, quando si e’ partiti, si vuole ostinatamente tornare.
milena agus, perche’ scrivere
tartito da ---gallizio
al tempo altro-salvatico-levantino
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Tuesday, September 04, 2007
quelle est donc la place du sujet?

quelle est donc la place du sujet ?
tartito da ---gallizio
al tempo spiazzante soggetto a scadenza
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