Saturday, December 02, 2006
come nessuno aveva mai corso

Correva, sempre piu' veloce, piu' sciolto, col cuore che bussava, ma dall'esterno verso l'interno, come se smaniasse di riconquistare la sua sede. Correva come non aveva mai corso, come nessuno aveva mai corso, e le creste delle colline dirimpetto, annerite e sbavate dal diluvio, balenavano come vivo acciaio ai suoi occhi sgranati e semiciechi. Correva, e gli spari e gli urli scemavano, annegavano in un immenso, invalicabile stagno fra lui e i nemici.
Correva ancora, ma senza contatto con la terra, corpo, movimenti, respiro, fatica vanificati. Poi, mentre ancora correva, in posti nuovi e irriconoscibili dalla sua vista svanita, la mente riprese a funzionargli. Ma i pensieri venivano dal di fuori, lo colpivano in fronte come ciottoli scagliati da una fionda. «Sono vivo, Fulvia. Sono solo, Fulvia, a momenti mi ammazzi».
Non finiva di correre. La terra saliva sensibilmente, ma a lui sembrava di correre in piano, un piano asciutto, elastico, invitante.
tartito da ---gallizio
al tempo promisso eiiuro dell'infinitivo futuro
permalink