Saturday, October 21, 2006
percepire nell'oscuro

il chiaro non smette d'immergersi nell'oscuro
io devo avere un corpo, e' una necessita' morale, una «esigenza». E, in primo luogo, io devo avere un corpo perche' vi e' qualcosa di oscuro in me. Ma, fin da questo primo argomentare, l'originalita' di Leibniz appare grande. Egli non dice che solo il corpo spiega quanto c'e' di oscuro nello spirito. Al contrario, lo spirito e' oscuro, il fondo dello spirito e' scuro, ed e' proprio questa natura scura che spiega ed esige il corpo.
(...) Non vi e' dell'oscuro in noi perche' noi abbiamo un corpo, ma noi dobbiamo avere un corpo perche' vi sia dell'oscuro in noi. Ma questo argomento lascia il posto a un altro che sembra contraddirlo, e che e' ancora piu' originale. Questa volta, noi dobbiamo avere un corpo perche' il nostro spirito ha una zona di espressione privilegiata, chiara e distinta. Ora e' la zona chiara a esprimere l'esigenza di avere un corpo.
(...) Il chiaro esce dall'oscuro e non smette di ritornarvi.

esse est percipi
Io dispiego sempre tra due pieghe, e, se percepire equivale a dispiegare, io percepisco sempre nelle pieghe. Ogni percezione e' allucinatoria perche' la percezione non ha oggetto.
gilles deleuze, la piega. Leibniz e il barocco
tartito da ---gallizio
nell'era ripiegata nell'oscuro a oschiri
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