Wednesday, August 16, 2006
(madonna)

omfalos
L'amore si cura poco dei gesti e delle parole. Ecco perché, oggi come ai tempi
di Guglielmo IX, viene espresso con formule prese a prestito da altri ambiti.
Soprattutto dalla religione: Andrea Cappellano autore del trattato De Amore
(ca. 1185) spiegava che i cavalieri avevano imparato dagli ecclesiastici
come si fa ad amare (factus est per clericum miles cytheraeus).
"Ti adoro, angelo mio", dice l'amante all'amata, segretamente profanando
i termini della liturgia.
"A mani giunte, a capo chino / mi consegno e mi do a voi",
recitava il poeta cortese Bernart de Ventadorn.
"Chiunque vuole godere d'amore / deve avere fede e speranza",
gli faceva eco un altro anonimo rimatore francese.
E ancora, il vocativo provenzale per la donna amata era il maschile "Midons"
(madonna), contrazione di "meus Dominus" (mio Signore).
Non è difficile vedere l'enorme carica di sovversione religiosa
contenuta in questo tipo di parodia.
Anni dopo l'italiano Guittone d'Arezzo la riassumerà dicendo
che l'amore è per l'uomo un principio di dannazione,
"ch'el disconosce Dio, e crede e chiama / sol Dio la donna ch'ama".

coffee break III
(...) Concetti sacri come adorazione, fedelta', grazia, estasi
svolgono in esso la funzione di "preliminari" all'atto sessuale.
Sembra quasi di sentire, in sottofondo, il riso sarcastico
del conte di Poitiers, il quale e' riuscito a ottenere
sui suoi bigotti avversari la piu' duratura della vittorie.
Nel Marzo 1118 la parola "amore" e' stata sottratta a Dio,
e consegnata alle donne e agli uomini.
anton kasilly, Marzo 1118: l'uomo che invento' l'amore.
da 'Blue', n. 118 Marzo 2001
tartito da ---gallizioal tempo dell'amore-raptus
captus nella oto/vagia
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