Friday, August 18, 2006
inafferrabile ed eterno

finale di partita 1
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Al capolinea di una vita piena di ricordi molto densi, era una sorta di fantasma pallido, dalle forme evanescenti, torbido come una manciata di neve: fuggiva sul pavimento marrone, inafferrabile ed eterno. Era una nube lobulare, oppure un fiotto di morbida schiuma, svincolato dal sangue e dal terrore, ed era come se navigasse sulla superficie di un'acqua sporca. Era quel che rimane dopo il bucato, qualcosa che galleggia, diventa azzurrino, attraversa lo spessore dell’aria, ed esplode senza venir mai inquinato, senza venir mai ucciso.
J.M.G. Le Clezio, il verbale
tartito da ---gallizio
all'epoca lobulare dell'oto/fuga in fiotti
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