Friday, June 09, 2006
la voce fragorosa come tuono lieve

autismo autistico
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[georg trakl]
“E’ svitato” si diceva guardandolo camminare per ore,
anche di notte. “E’ timido”, notando che non tollerava
la presenza di un uomo vis-à-vis. “E’ malato”,
vedendo che sul treno non sapeva star seduto,
che non si fidava a salire in ascensore,
che non poteva, “semplicemente non poteva”,
parlare al telefono. Sconvolti dai suoi eccessi:
nel sesso, l’alcol, le droghe cui aveva iniziato
la bellissima sorella Grete, trascinata nel vortice
dell’ebbrezza tossica e della passione incestuosa,
e da cui volonterose diete a base di “acqua minerale,
limonata, latte e sigarette senza nicotina non poterono redimerlo,
né controbilanciare la porzione di cocaina che lo uccise
ventiseienne a Cracovia.
Impressionati però anche solo dalla sua figura inerte:
il corpo massiccio “come un orso”,
il volto contratto “come un’immagine lignea, ecce homo”,
la “voce fragorosa come tuono lieve”. Non occorreva
che, per dare espressione a tutta la sua persona,
pronunciasse parole con intenzione comunicativa.
Anche quando parlava per rivolgersi a qualcuno,
“monologava: faceva pensare a una solitudine monacale”.
Della stessa inaccessibile lontananza avrebbero preso atto
i lettori eccellenti dei suoi versi. Heidegger, che saccheggiò
le sue poesie col gesto di chi affonda le mani in un arcano.
Wittgenstein, che ammise: “Non lo capisco, ma il suo tono mi piace”.
Rilke, che si riconobbe in lui, ma disse di poterglisi accostare
“solo col viso schiacciato sul vetro”.
georg trakl, gli ammutoliti - LETTERE 1900-1914
230 pp. Quodlibet, euro 16,50
tartito da ---gallizio
all'epoca della trakeautistica lievotonante
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