Tuesday, March 14, 2006
horbynus orba

horbynus orba, uno zombo qualunque
[era: visioni sghembe - I have mystical visions larger image and cosmic vibrations]
«un essere dell’altromondo, per il quale vita e morte facevano una cosa sola,
e lui aveva, contempo, tutte e due le cose insieme e nessuna delle due»
stefano d'arrigo
Sognava a occhio aperto che scopriva il cimitero delle fere [o f-oto-graphemi], luogo segretissimo e infernale, dove, presentendo prossima la loro fine, le fere vecchie se ne andavano a morire in solitudine: lo scopriva per via di un certo sentore di vulcanico che lo attirava la’ [...]. Davanti a lui, davanti alla fila di fere, compariva Vulcano: l’immensa e nera bocca del cratere spento, il cono pauroso che dominava il paesaggio apocalittico dell’isola, quello sconquasso di cataclismi, con fosse e ingobbimenti dalla forma di giganti marini come grandi branchi di balene e capodogli fossero andati in secca nell’isola, pietrificandosi e pigliando col tempo quel colore di roccia bruna e violacea, patinata dal fuoco craterico, lento, violento.
stefano d'arrigo reloaded
tartito da ---gallizio
all'epoca ferina dell'animaloculum tremens
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