Thursday, March 09, 2006
carapaci per non soffocare

film a scatola chiusa...una cosa che è nata questa estate ad alghero in maniera estemporanea ed imprevista...film in presa diretta, senza pre o postproduzione...film non visto dall'autore o appena intravisto...con un occhio a s.sperate...visione monoculare del film...
mario pischedda
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Film a scatola chiusa
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Soffocare.
Non tanto soccombere nella societa' dello spettacolo (non abbiamo
fatto in tempo). Siamo prima ancora tutti soffocati dalle litanie -
piu' o meno insipientemente - debordiste che sanno sempre e solo
ripetere e biascicare un mantra antispettacolare.
CUT ----->
-----> [silenzio] ----->
ACTIO----->
si tratta unicamente di infrangere lo stallo, riscuotersi dall'apnea
di immagini in cui da tempo *immemori* siamo immersi.
Ed ecco che i petit film di mario pischedda contengono, ognuno
demoltiplicato a caso in pochissimi frame, il gesto eversivo, la
sassata precisa e frantumante. In luogo dei titoli di coda, ognuno dei
filmucoli e' come se recasse un'insegna: "Qui si da' l'evestrum".
Evertere, sfociare fuoriusciti: questa la posta in palio.
Semplicemente. Terribilmente.
Posseduto da un dio cinematico, mario pischedda non sa, non dice. Solo
scatta, gira, frammenta e deframmenta il reale miscelando la pazienza
dell'arrostito alla violenta improntitudine del visionario. Ma come
tutti i maestri veri SE NE FREGA, non sta qui a insegnarci, a spiegare
il da farsi: piuttosto gira, scatta, cattura in punta di lingua
camaleontica tutto l'impossibile che lo circonfonde. Nemmeno
concettuale, tanto il concetto qui e' lapalissiano: Video ergo [non]
sum, abiura/abdicazione dell'autore, che depone i suoi diritti.
Nessuna paternita' rivendicabile sull'opera: l'eutanasia dell'autore
domina digitalizzata nel liquido amniotico delle immagini. Forse per
questo mario pischedda si limita ogni volta a propellere un se'
qualunque, con cui tartire in toni blesi l'insulto che spacciano per
Nel flusso continuo, scansibile a piacere, delle sue "f-oto-grafie",
nei petit film che getta su internet in uno streaming-potlatch senza
archivio, mario pischedda disattende tutto, a cominciare da se stesso.
Nel niente dei suoi "paysage contemporaines" riecheggia ineludibile
la domanda, la sfida lanciata da georges bataille: "Come costruire
qualcosa di invalutabile?".
non-risposta a questo enigma. Indeclinabile, duro, autorelegatosi per
scelta in un autismo mille volte piu' comunicativo di qualunque cosa
altra, Mario balugina incanti de-iconizzato nella sua testa di
carapace sardo. E convince. Sana. Barbaglia virale dai monitor dei
computer.
Per una volta, fatemelo dire, prendo tutto: a scatola chiusa.
tartito da ---gallizio
al tempo dell'apertura delle scatole nere
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