Tuesday, December 13, 2005
a neurogreen vision for milan
MOZIONE: "Per una nuova ecologia sociale di Milano"
Dal 1999 a oggi un movimento globale contro l'ingiustizia sociale e la
devastazione della biosfera ha radicalmente cambiato le forme della
partecipazione politica di massa, ma questo sisma benefico che, da Seattle
a Genova, a Porto Alegre e Firenze per arrivare al 15 febbraio 2003, ha
scosso e continua a scuotere il mondo, non ha ancora prodotto cambiamenti
degni di rilievo nello stagnante panorama politico italiano e nel sistema
delle amministrazioni locali.
A Milano, metropoli postindustriale dei servizi e della comunicazione,
capitale italiana della flessibilita' e quindi della precarietà, pienamente
globalizzata quanto a disuguaglianza e polarizzazione prodotte dal libero
flusso del denaro e dell'informazione, i verdi devono saper imprimere una
svolta radicale alla politica municipale: 10 anni di berlusconismo al 100%
hanno intossicato e avvelenato l'ecosistema della città, svenduto e
degradato il suo patrimonio culturale, tagliato e privatizzato i suoi
servizi sociali, seminato la paura e il sospetto nei quartieri e fra le
comunità, aggredito i deboli e i diversi, affermato un neoliberismo
securitario che ha ingrigito e provincializzato l'ambiente urbano in cui
viviamo.
A Milano, gli esiti più evidenti del movimento noglobal sono stati la
MayDay, il primo maggio dei precari promosso dal mediattivismo e dal
sindacalismo di base che l'anno scorso ha visto la partecipazione
di oltre centomila persone e si è proiettata in una dozzina di grandi città
europee, vero e proprio processo che mette in collegamento le lotte contro
la precarietà che crescono nella metropoli; la Critical Mass, lo sciame
postpolitico delle bici che si riprendono il traffico a scapito del motore
a scoppio e degli ecomostri su 4 ruote che da Milano si è diffusa nelle
altre città italiane; le molteplici forme di propagazione del libertarismo
digitale, cresciute negli spazi sociali occupati e nei pc di tantissimi
intorno al p2p e al free software ; la diffusione negli strati
giovanili di una cultura pink e queer fondata sulla sperimentazione di
genere e su pratiche alternative di
espressione della soggettività sull'onda della crescita dell'orgoglio gay e
lesbico; e da ultimo ma fondamentale in questa tetra era di guerra globale,
la lotta di lunga data per chiudere via Corelli e tutti i CPT, e la ricerca
di nuove e biunivoche solidarietà con le milanesi e i milanesi di prima
generazione non importa se di origini eritree, maghrebine, peruviane,
cinesi, cingalesi, roma, slave, albanesi, filippine, senegalesi, insomma la
variegata moltitudine che affolla la 90/91 e gli spazi pubblici di Milano.
Nel cupo decennio albertiniano, i verdi sono stati l'unica opposizione
municipale degna di questo nome. Sulla qualità dell'aria, sulla gestione
del traffico, sull'opposizione al taglio indiscriminato degli alberi e alla
costruzione demenziale di parcheggi, i verdi sono stati l'unica forza
politica che si è opposta con costanza a un'amministrazione che è apparsa
ostile alla vita sociale in ogni sua forma, nemica della salute dei
bambini: l'antitesi clorofilliana, così potremmo definire l'amministrazione
dei due piccoli sedicenti faraoni albertini e decorato.
La Milano precaria ha invece un'altra idea di metropoli, un'idea creativa e
solidale, cosmopolita di città aperta verso le culture del globo, che
guarda all'Europa con la speranza di determinarne il futuro, perché è il
lavoro creativo in rete, nomadico nel territorio e affettivo nell'industria
dei servizi compiuto dalla generazione precaria quello che ogni giorno
produce la ricchezza economica della città, dal cui godimento è
pervicacemente esclusa. Sul Corriere della Sera la scorsa settimana,
Francesco Bertolini, giovane economista su posizioni filoecologiste,
chiedeva un manifesto elettorale "per perdere le elezioni", nel senso che
fosse audace, che ascoltasse le periferie e di chi la metropoli la vive e
la percorre davvero, che indicasse come cambiare radicalmente i modelli di
viabilità e di socialità prevalenti nella Milano distopica della metà degli
anni zerozero.
La nostra mozione vuole incarnare quella "folle visionarietà" che si
chiedeva nell'articolo. Vogliamo diventare quei futurologi delle periferie
della città e della mente descritti nell'articolo. E quindi portiamo
all'attenzione dell'assemblea degli iscritti milanesi ai verdi, i seguenti
punti programmatici per la milano precaria, la milano delle giovani coppie
con bambini, la milano dei single e dei fuorisede taglieggiati dagli
affitti, la milano di chi è nata o nato con lo stigma di non essere bianco,
la milano di chi non si sente eterosessuale o vive in una famiglia diversa
da quella nucleare benedetta dalla chiesa, la milano delle donne abusate e
maltrattate in casa e per strada, la milano di chi considera ogni muro e
ogni strada un'occasione di public art, la milano delle comunità di pari
che gestiscono centri sociali e associazioni con piglio innovativo, la
milano dei giovani che si lanciano in cooperative sociali e imprese
creative che rispettano standard etici di lavoro, produzione,
commercializzazione, la milano che sperimenta nuove forme di ecoattivismo e
di ricerca scientifica sulle politiche ecologiste da implementare nella
metropoli, insomma la milano che guarda al nordeuropa per l'ecologismo
urbano e l'attivismo civico.
NUOVO WELFARE MUNICIPALE
Flexicurity cittadina: forme monetarie e reali di sostegno al reddito e
gratuità di accesso alla Rete a banda larga e all'alta formazione
professionale e universitaria per tutte le precarie e i precari di Milano.
Creazione di una Cassa Municipale di Flessibilità Sostenibile finanziata da
tributi sulle plusvalenze mobiliari e immobiliari per assicurare
prestazioni municipali per i precari. Sono definiti precari i laureandi
triennali e quinquennali, i disoccupati e i lavoratori in mobilità, i
titolari di contratti part-time, a tempo determinato, interinali, in
collaborazione occasionale, in apprendistato, in formazione-lavoro, a
progetto. Sussidi ai trasporti e sussidi agli affitti di studenti,
disoccupati e precari. Sostegno alla maternità delle giovani lavoratrici
precarie. Ambulatori mobili in azione 24 ore su 24, 7 giorni su 7, con
equipe affiatate su 4 turni composte di medici, infermieri, operatori
sociosanitari, mediatori socioculturali, psicologi, fisioterapisti,
consulenti legali per affrontare lo stress acuto, lo squallore e il disagio
urbano, per la prevenzione sanitaria e sociale di base delle malattie
epidemiologiche e psichiche e delle forme di violenza domestica,
sfruttamento sessuale e di schiavitù lavorativa.
DECENTRAMENTO AMMINISTRATIVO
Fotovoltaico su ogni tetto municipale, Linux in ogni ufficio comunale.
Diritto di voto per chiunque sia residente in città al momento delle
elezioni, qualunque sia la nazionalità del residente. Ridisegno delle zone
per aderire ai quartieri storici vissuti dagli abitanti della città, e loro
trasformazione in veri e propri municipi sul modello francese degli
arrondissements dotati di bilancio proprio e aperti alle facoltà
decisionali dei cittadini e fautori di mutualità reciproca, animazione
culturale, progetti di microcredito, piccoli sussidi agli anziani,
demogrants ai giovani, sostegno ai piccoli esercizi di immigrati, monete
complementari e/o alternative per l'economia sociale del quartiere.
Ne consegue il passaggio dalle attuali 9 zone che tagliano a spicchi la
città a 20 quartieri storici in cui gli abitanti possano riconoscersi ed
esercitarvi la potestà democratica (Vittoria, Barona, Bovisa, Niguarda,
Sarpi, Corvetto, Gallaratese, Comasina, Vigentino, Baggio, Bicocca,
Ticinese, Isola, Loreto, Lambrate, San Siro, Giambellino, Centro, Città
Studi, Calvairate).
PEDONABILITA', CICLABILITA', VIVIBILITA'
Costruzione di percorsi pedonali verdi che attraversino la città.
Allestimento di corsie per le biciclette su tutte le arterie di grande
percorrenza e definizione mediante mappe pubblicamente affisse di piste
ciclabili a tratta continua destinate ai pendolari che taglino da parte a
parte l'insediamento urbano secondo le maggiori direttrici d'entrata.
Costituzione di una Compagnia Municipale del Ciclo (CMC) a capitale in
maggioranza pubblico per la produzione di biciclette-base a prezzo
calmierato che rendano il antieconomico il furto. Campagna di informazione
appealing sulle nuove possibilità di mobilità metropolitana con il sistema
del Passante ferroviario. Reintroduzione di un sistema filoviario nella
cerchia dei navigli (96/97), da chiudere al traffico privato. Alimentazione
a metano di tutti gli autobus dell'ATM e conversione al metano di tutte le
caldaie condominiali. Road pricing basato sulla cilindrata per l'ingresso
delle autovetture private nella cerchia dei bastioni. Trasporto libero nei
vagoni di testa e di coda delle biciclette su treni e metropolitane a ogni
ora del giorno. Lancio di una campagna "stop smog city" per la diffusione
dei veicoli a trazione elettrica e le forme di logistica che minimizzino la
produzione di gas serra. Raddoppio delle aree municipali destinate a parchi
giochi per bambini. Raddoppio delle aree pedonali e loro estenzione alle
periferie. Costruzione di nuovi parchi a natura boschiva e rupestre (stile
vittoriano dei parchi anglosassoni) in modo tale da creare corridoi di
vegetazione che colleghino la città alle zone verdi circostanti il comune.
Creazione di nuovi parchi orientati agli adolescenti da cogestire insieme
alle comunità locali di ragazzi con piste per skater e rollerblade,
palestre di graffiti writing, basketball playground e campi di calcetto.
Appropriazione di terreni comunali per orti familiari e condominiali.
Sussidi alla rivegetazione dei tetti. Istituzione del giorno di pulizia dei
marciapiedi a cura dell'AMSA con chiraclettes e veicoli di pulizia
appositamente studiati: i marciapiedi devono tornare ai pedoni e ai
passeggini, dopo che la pulizia delle strade ha infranto il tabù di non
parcheggiare sul territorio pedonale.
MILANO CREATIVA, MILANO MULATTA, MILANO PERIFERICA
Milano è il luogo dove lo sottoculture giovanili ed etniche trovano sempre
nuovi linguaggi d'innovazione e campi di sperimentazione. L'azione
municipale deve assecondare la proliferazione di comunità creative e
aggregative di pari, partendo in primo luogo dalla difesa di tutti gli
spazi sociali occupati che da decenni ormai sono un serbatoio
irrinunciabile di talenti e risorse per la città, come per esempio
riconosce anche la Rough Guide nella sua descrizione di Milano e più in
generale Pierre Bouvier in Le lien social. L'associazionismo diffuso e i
centri sociali sono luoghi e occasioni da tutelare per la solidarietà
interetnica e la contaminazione culturale reciproca. Milano deve guardare
alle esperienze nordeuropee di fecondazione della creatività giovanile e
delle culture di strada secondo schemi che non siano paternalisti o
clientelari o mercantili come quelli ad esempio proposti per la fabbrica
del vapore. Il comune deve quindi riconoscere anche le associazioni di
fatto come partner dei suoi progetti, formare mediatori socioculturali fra
i milanesi di prima generazione e/o delle periferie, riconoscere
l'importanza delle aree della città di socialità alternativa, come il
ticinese e l'isola e altri quartieri ad alta frequentazione giovanile, e
sperimentarvi l'utilizzo di licenze meno restrittive per gli esercizi
nonché l'apertura di coffee shop. Soprattutto, Milano deve investire
risorse per sostenere la costruzione di una cultura multietnica laddove la
convivenza fra culture diverse è già una realtà: nidi, asili, scuole,
mercati dei quartieri popolari e periferici di Milano. Le periferie
milanesi, grandi assenti dal dibattito pubblico milanese, necessitano una
nuova urbanistica partecipata e decentrata, meno centri commerciali calati
dall'alto e più centri culturali, sale prove e clubbini, caffé ecosolidali,
circoli ricreativi, animati dal basso ma sostenuti dal bilancio comunale.
Alex Foti
Paolo Di Francesco
Ilenia Gulino
Filippo Pretolani
Daniela Grigioni
Aligi Taschera
Uberto Zuccardi
Flora De Palma
Cosimo Gerola
Silvio Corbetta
tarted by ---gallizio
in the greenpepper fotiflex era
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