Sunday, September 04, 2005
vivere nelle pappagorge

gallizio, pappagorgias
Poi ne discesi pei denti di dietro, per raggiungere le labbra inferiori; ma per via fui svaligiato dai briganti, in una gran foresta che sta nella zona verso le orecchie.
Poi trovai una piccola borgata in fondo al clivo, di cui ho dimenticato il nome, dove fui trattato ancora meglio che mai. E guadagnai anche un po’ di denaro per vivere. E sapete come? A dormire: perche’ in quel paese si prende la gente a giornata per dormire, e guadagnano da cinque a sei soldi al giorno; ma quelli che ronfano ben forte guadagnano fino a sette soldi e mezzo. E raccontando ai senatori della citta’ come ero stato svaligiato scendendo a valle, quelli mi dissero che, in verita’, gli abitanti dei paesi di la’ dai denti erano malviventi e briganti per natura: onde io capii che come noi quaggiu’ abbiamo le contrade di qua e di la’ dai monti, cosi’ le hanno loro, di qui e di la’ dai denti. Ma si sta meglio di qua e c’e’ miglior aria.
E la’ cominciai anche a pensare che e’ proprio vero quello che si suol dire, che la meta’ del mondo non sa come vive l’altra meta’. Visto che nessuno aveva ancor scritto niente di quel paese, nel quale si trovavano piu’ di venticinque reami a abitati, senza contare i deserti e un grosso braccio di mare. Ma io ne ho composto un gran libro, col titolo La storia dei Gorgias: e li ho chiamati cosi’ perche’ vivevano nella pappagorgia del mio padrone Pantagruele.
Francois Rabelais, Gargantua e Pantagruel, libro secondo, capitolo XXXII
tartito da ---gallizio
all'epoca delle pappagorge in fiore
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