Sunday, July 24, 2005
sogno lucido del bel tenebroso

simone righini, luna
«(...)E' una giornata piovosa, umida e grigia. Vedo chiaramente i loro lineamenti, sento bene l'affetto che provo per loro, e l'eccitazione per questo momento di condivisione con due figure enormi del mio mondo emozionale. Stiamo camminando verso un ristorante, è una di quelle volte che si va a mangiare assieme, in un ibrido tra formale e informale, la mia famiglia che si riunisce su tavoli stranieri, con la consapevolezza di chi ha fatto quel mestiere per tanto tempo, ci lasciamo andare in discussioni simili a quelle di sempre. C'è una piccola differenza, qualcuno è turbato. Forse mio padre, io parlo.
Prima di arrivare alla porta del ristorante, mentre siamo ancora sulla ghiaia umida del cortile, stiamo già discutendo animatamente, è un litigio celato. Ho idee chiare, e non ho voglia di ritirarle, vorrei essere compreso con affetto, vorrei che le mie idee fossero lasciate in pace, per quello che sono, solo stupide idee. Invece mio zio si irrita, questo genere di cose non gli vanno, ho torto e devo ritrattare. Io non ritratto, sono deluso e stressato. Alzo una mano verso il suo volto, nel tipico gesto di mandarlo affanculo. Lo mando affanculo, faccio perno sui talloni, e gli volto le spalle mentre loro entrano nel ristorante. il mio obiettivo, nonostante io sia arrivato fin li con loro in macchina, è tornarmene a casa, a piedi. Voglio fare il bel tenebroso. (...)»
simone righini
partiva e segue qui
tartito da ---gallizio
nell'era del dormiveglia atipico
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