Wednesday, June 15, 2005
ridefinizioni di borsa

courtesy: gianni cossu e mario pischedda
Sono lontani i tempi in cui il Barone von Stein ammoniva: “chi mobilita la terra la dissolve in polvere”. Se il denaro rende mobile qualunque cosa, la Borsa e' la piu' sofisticata emanazione del concetto di mobilitazione totale. L’etimo della parola Borsa deriverebbe dalla città di Burges, che fu il banco principale della Lega anseatica, e piu' nello specifico dalla piazza della Borsa, dal nome della famiglia Van-der-Beurse (rappresentata araldicamente da tre borse) che aveva adibito il proprio palazzo a sede di scambi commerciali. Per definizione, allora, la borsa e' “il luogo dove radunansi i commercianti per trattare i loro affari”.
Borsa come luogo degli scambi, dunque. Di queste metafore spaziali e' ricco il gergo finanziario: si parla di posizioni in titoli, e piu' in generale dell’andamento dei corsi azionari sulle piazze finanziarie. Piazze e citta' : per Spengler “nelle civilizzazioni gli stessi destini dell’economia si decidono soltanto in pochi punti, nei luoghi del denaro – Babilonia, Tebe, Roma, Bisanzio e Baghdad, Londra, New York, Berlino e Parigi. Anche in altre civilta' le si potrebbero chiamare i luoghi della Borsa, se con Borsa intendiamo l’organo intellettuale di una perfetta economia finanziaria”. La Borsa non solo come cuore pulsante che propelle e inietta denaro nell’economia tutta, ma come cervello, dispositivo intellettuale che detta i ritmi e regola i flussi finanziari. Con la telematica e l’interconnessione assoluta di tutti i mercati, la borsa ha ora sublimato il concetto di luogo in una continuita' spazio-temporale: la borsa e' una, ubiqua e operativa in ogni istante delle 24 ore.
Terminale dell’intrapresa, in cui l’imprenditore giunge finalmente a quotare le propria insegna, offrendola in toto o in parte all’incanto della borsa valori. In ultima notazione, e' notevole che in una societa' dominata dal calcolo efficiente e da una maniacale progettazione utilitaristica, la borsa rimanga l’unico tempio istituzionale in cui viene perfettamente accettata la depénse, ovvero la distruzione delle ricchezze.
tartito da ---gallizio
all'epoca degli svaligiamenti di borsa
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Borsa come luogo degli scambi, dunque. Di queste metafore spaziali e' ricco il gergo finanziario: si parla di posizioni in titoli, e piu' in generale dell’andamento dei corsi azionari sulle piazze finanziarie. Piazze e citta' : per Spengler “nelle civilizzazioni gli stessi destini dell’economia si decidono soltanto in pochi punti, nei luoghi del denaro – Babilonia, Tebe, Roma, Bisanzio e Baghdad, Londra, New York, Berlino e Parigi. Anche in altre civilta' le si potrebbero chiamare i luoghi della Borsa, se con Borsa intendiamo l’organo intellettuale di una perfetta economia finanziaria”. La Borsa non solo come cuore pulsante che propelle e inietta denaro nell’economia tutta, ma come cervello, dispositivo intellettuale che detta i ritmi e regola i flussi finanziari. Con la telematica e l’interconnessione assoluta di tutti i mercati, la borsa ha ora sublimato il concetto di luogo in una continuita' spazio-temporale: la borsa e' una, ubiqua e operativa in ogni istante delle 24 ore.
Terminale dell’intrapresa, in cui l’imprenditore giunge finalmente a quotare le propria insegna, offrendola in toto o in parte all’incanto della borsa valori. In ultima notazione, e' notevole che in una societa' dominata dal calcolo efficiente e da una maniacale progettazione utilitaristica, la borsa rimanga l’unico tempio istituzionale in cui viene perfettamente accettata la depénse, ovvero la distruzione delle ricchezze.
tartito da ---gallizio
all'epoca degli svaligiamenti di borsa
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