Thursday, June 16, 2005
io ci sono, tu manchi

mario pischedda, omogeneita' omogenuina
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"io ci sono, tu manchi", sembra dire il mostro a Frankenstein, e il suo stesso desiderio di essere come chi l'ha creato di-mostra nel modo piu’ chiaro la pressione che l'Immaginario opera nel senso della propria (impossibile) simbolizzazione. Essere come il soggetto, riempire il vuoto che ha portato questi a creare l'"altro". Dice Lacan: "io penso dove non sono, quindi io sono la’ dove non penso". Figure nate da un pensiero che e’ attivita’ intesa a coprire la mancanza, l'arsenale dei mostri della tradizione orrifica e’ storicamente esteriore testimonianza del potere repressivo che li ha generati, ma strutturalmente la prova inequivocabile dell'attivita’ di un inconscio che ci parla e che noi continuiamo a trasformare in paura.
Franco La Polla, il terrore e lo sguardo
tartito da ---gallizio
all'epoca delle divergenze macedoni
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