Thursday, May 12, 2005
metafore del schatz

E. A. Schatz, 'Hallo' (2004)
«Ognuno si costruisce le metafore a proprio uso e consumo: per chi non ha paura dei ragni il Web e' una ragnatela, per chi ama le automobili un’autostrada, per chi legge la fantascienza un mondo parallelo. Per me e' una Cinecittà, uno spazio in periferia dove l’industria dei sogni edifica nuovi fondali ad uso e consumo di quell’immensa sala cinematografica da oratorio che è diventato il pianeta in cui abbiamo il privilegio di abitare. Nella rete c’e' tutto quello che il produttore decide che ci debba essere: il circo massimo per i gladiatori, il saloon da cui si esce per fare i duelli in mezzo alla polvere, le astronavi di cartapesta. Tutto concentrato in un luogo solo: il tuo computer. La rete e' una città che prende la forma dei tuoi sogni, docile al movimento del tuo mouse. Per ogni sogno c’e' un indirizzo. I nonni tuonano contro la mancanza di filtri e contro l’effetto magazzino dove tutto viene accatastato alla rinfusa. Al di la' di alcuni fenomeni che lasciano perplessi per il carattere violento dell’accumulo di ricchezza (Tim che offre 60 miliardi per acquisire il sito barzellette.com, fatto di barzellette inviate dagli utenti), cio' non toglie che la rete sia una grande innovazione sociale prima ancora che tecnica e, una volta che si riesca a garantire condizioni di accesso eque a tutti, con una netta matrice democratica»
Eugenio Alberti Schatz, schiavi della comunicazione
qui il suo sito
tartito da ---gallizio
all'epoca innovatica informatica blase'
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