Friday, May 20, 2005
lo sbrego al tempo delle non-letture

source: usina
Io non ho mai letto niente. Io non so se quello che faccio quando colloco i miei occhi nistagmici di fronte al plasma della visione alfabetica sia quella cosa che viene generalmente chiamata «lettura»! Se devo dar retta a quello che dicono in molti su questo argomento, io non conosco, non ho mai conosciuto l’esperienza della lettura. Per me leggere non e’ leggere. Miliardi di anni fa, quando si sono formati gli elementi primari che hanno dato vita al nostro pianeta, sono sorti i componenti chimici che, nell’arco di altri miliardi di anni, sono diventati infine la materia fluida cui abbiamo dato il nome di inchiostro che lascia il segno su una superficie di carta o di impulso elettrico che palpita su una parete di cristalli liquidi o plasma. A questi abbiamo attribuito il significato di idee, di emozioni, decifrandoli coi nostri occhi emersi. Su di essi immaginiamo, costruiamo, inventiamo, deliriamo, sogniamo. Cosa penseranno gli animali quando vedono altri animali bipedi stare incomprensibilmente immobili per ore col muso collocato di fronte a un oggetto inanimato e stratificato, senza fare assolutamente niente? Mentre e’ per loro del tutto concepibile il nostro mangiare, defecare, dormire, scopare e persino le nostre attivita’ piu’ astratte e sbalorditive, al culmine delle quali metterei sicuramente quella di gonfiare di fronte ai loro occhi un palloncino di gomma colorata.
Tutti immobili, i padroni dei cani e i cani che osservano i loro padroni che non danno piu’ segni di vita, paralizzati di fronte a questi fogli tatuati, col loro cervello tatuato. «Cosa cavolo gli sara’ successo?» si domanderanno. «Eppure non sembra morto!» Questa attivita’ che forse, fra non molto, non esistera’ piu’. Non esistera’ piu’ questo spazio separato tra i miei occhi e il tatuaggio delle parole. Altri conduttori di impulsi e altre interazioni saranno inseriti direttamente dentro gli involucri dei nostri corpi e dei nostri centri nervosi.
Io non so cosa faccio quando sono di fronte a un libro a gambe spalancate. Ma non credo di leggere. Anche se — almeno cosi’ mi pare — riesco a vedere la maggioranza delle parole, che pero’ non so poi come metto assieme nella mia mente. Non solo per i movimenti intermittenti e improvvisi dei miei occhi, ma anche per il continuo apparire e sparire delle immagini e delle parvenze sul piano inclinato della rifrazione. Un’esperienza a tal punto incalcolabile che a me pare, veramente e sinceramente, di non avere mai letto nulla. Io, quando leggo, se leggo, non presto attenzione a quello che leggo, mi assento, sento solo, da qualche parte, la sofferenza tatuata delle parole che si imprimono da qualche parte nel mio cervello tatuato.
E allo stesso modo e per le stesse ragioni mi pare di non avere mai scritto nulla, di non avere ancora cominciato a leggere e a scrivere, che queste attivita’ non siano letteralmente alla mia portata.
Antonio Moresco, Lo sbrego
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