Thursday, April 14, 2005
Slabbrature del tempo (Benjamin Reloaded)

Mario Pischedda, Identical Twins
«Vertice dell’accecamento della coscienza borghese e’ l’atemporalita’,
cui essa aspira forse per compensare la propria caducita’.
Benjamin ha colto questo aspetto quando dichiaro’ bruscamente decaduto
l’ideale dell’autonomia, sottoponendo il suo pensiero ad una tradizione,
che pero’ in quanto volontariamente installata, scelta soggettivamente,
manca di autorità come il pensiero autarchico sotto accusa»
L’idea della atemporalita’ della storia, che trascina dietro di se’
l’impossibilità di qualsiasi critica, corrisponde precisamente all’impossibilita’
– per l’uomo moderno – della meraviglia dinanzi all’evento, come dinanzi
al passato (gia'-conosciuto) che e’ un’isola a se stante.
La torsione che Benjamin propone e’ una s-labbratura del/nel tempo.
Egli opera consapevolmente una lacerazione della durée bergsoniana
che raccoglie nel tempo i dati della memoria, delineando il tempo omogeneo
che si misura con la chiusura del soggetto nell’ambito delle esperienze conosciute.
Se il tempo bergsoniano si ferma sull’importanza delle esperienze conosciute
come caratterizzanti l’agire soggettivo, Benjamin critica tale chiusura,
facendo riferimento alla Recherche di Proust. L’esperienza, afferma Benjamin,
«non consiste tanto di singoli eventi esattamente fissati nel ricordo
quanto di dati accumulati, spesso inconsapevoli, che confluiscono nella memoria»
Il gioco di trasposizioni (memoria-ricordo-rammemorazione (…)
(…) come lo e’ Proust: entrambi racchiudono
nella loro opera l’esperienza che si percorre nella discontinuita’, attraverso
il flusso che si arresta e riprende, nel tentativo (estremo forse)
«di riportare alla luce il passato» saturo di rammemorazione.
Entrambi questi scrittori sono portavoce del trapasso di un’epoca
ad un’altra, del tramonto di un’aura mitica che ha tenuto la borghesia
nel sonno aureo dell’agiatezza e della finta innocenza.
La rottura che cosi’ avviene corrompe per sempre l’egemonia
di modelli aristocratici, che permangono nell’imitazione scimmiottesca di
ritualita’ e atteggiamenti che aspirano ancora ad un riconoscimento mondano.
(…)
Il ritorno (Nostos) che ripropone la rammemorazione
non e’ Erlebnis, non e’ esperienza vissuta (cio’ che ha
effettivamente bisogno di una costante attivazione
dell’intersoggettività), ma distacco, piano di fuga,
fuoriuscita dal tempo.
tartito da ---gallizio
nell'era ukronica a fior di labbra