Saturday, April 30, 2005
sei Perseo?

«La notte che tu, professore, hai appena trascorso; quella che io passo qui davanti al computer, cercando di raccontarti, diventando le frasi che cerco. Che’ il buio e’ l’elemento da cui nascono il sogno e le parole, cioe’ la possibilita’ di raccontare cio’ che manca, che non esiste.
Sono io e al contempo sono lui. Siamo; pero’ sono io, con la mia Orta, gli occhi stanchi, i desideri, i “no” che mi sono sentita dire. Resta comunque la maschera, il cuore indicibile di questo racconto.
Chi si mette a scrivere ingaggia con la materia una strana battagli: il faccia a faccia con i suoi personaggi lo trasforma in una sorta di Perseo posseduto dal desiderio irreparabile – molto piu’ che irrefrenabile – di affrontare Medusa.
Che’, dal buio dell’antro in cui l’avversario sta nascosto, viene la voce: Io sono un viso di sangue e dolore. Devi venire a stanarmi.
Voce inzigante, che diventa musica interiore; contro la quale non c’e’ difesa. Ordine perentorio, come a altri: partorirai con dolore, libererai il tuo popolo»
Laura Pariani, La foto di Orta
tartito da ---gallizio
All’epoca delle orticarie non-scrittorie