Friday, April 29, 2005
giocarsi al lotto le tesi sulla nihilazione

19.
Quanto meno la necessita' viene a essere socialmente sognata, tanto piu' il sogno diviene necessario. La nihilazione non e' piu' il cattivo sogno della societa' moderna che non esprime che il desiderio di dormire, la societa' postmoderna esige di agire in nome del sogno.
47.
Ogni doppio movimento che non si nega e' uno stallo dove la malinconia non falla se non c'e' falla, dove si attacca la trama della vita quotidiana.
59
Ogni accelerazione del tempo moltiplica il suo dispendio e in cio' rimane l'ultimo rito sacro.
5.
La nihilazione, compresa nella sua totalita', è nello stesso tempo il risultato e il progetto del modo di produzione esistente. E' il cuore dell'irrealismo della societa' reale. La nihilazione e' l'affermazione onnipresente della scelta gia' fatta nella produzione, e il suo consumo conseguente. Forma e contenuto della nihilazione sono entrambe l'identica giustificazione totale delle condizioni e dei fini del sistema esistente.
26.
Il sistema economico fondato sull'isolamento e' una produzione circolare di isolamento nella forma virtuale della comunita'. I beni selezionati del sistema nihilizzato sono le armi del consolidamento delle condizioni socializzate dell'isolamento.
32.
La nihilazione e' il capitale a un tale grado di accumulazione da divenire l'unica immagine del mondo.
39.
Lo pseudo-uso della vita non e' piu' tale, almeno da quando ci si e' sbarazzati di ogni altro.
(omar wisyam, Il buongoverno della cattivita’)
Commentario a mo' di premessa alle tesi di wisyam
«Claudio D'Ettorre (Omar Wisyam) ha creduto, per alcuni anni, che avrebbe potuto riscrivere La società dello spettacolo di Guy Debord, e, prima ancora, che avrebbe potuto riscrivere America di Franz Kafka. Ma esclusivamente l'ingenuita’ gli ha consentito, e solo per poco tempo, di trattenere presso di se’ queste fantasie. Infatti, dopo aver letto il racconto, inserito nelle Finzioni di J. L. Borges, che ha come protagonista Pierre Menard, il finto persiano ha capito che il suo destino sarebbe stato diverso. Ma, a questo punto, l'ironia, contenuta nella faccenda dell'immedesimazione in un romanzo non necessario, gli ha proibito la facezia di riproporre quel Pierre Menard che sarebbe stato capace, dopo tenace fatica, di riscrivere La società dello spettacolo, alla lettera. Dunque Omar Wisyam non e’ riuscito nell'intento, e la sua riscrittura e’ lacunosa e allo stesso tempo, farcita di maldestre novita’. La sua societa’ dello spettacolo si intitola La pubblicita’ del nulla e il suo spettacolo, ma va detto che la congiunzione, a meta’ del titolo, potrebbe essere anche una distratta copula.
I Commentari di Guy Debord, con la stessa affettata e difettosa immedesimazione riscritti, li ha chiamati, sebbene per nulla lo facessero intendere, Margini della pubblicita’ del nulla.
Infine il primo testo. Il buongoverno della cattivita’ e’ un gioco di parole che dimostra, se nel lettore c'e’ quel tanto di benevolenza o di condiscendenza necessarie, che Omar Wisyam vagheggia un Pierre Menard anche per quanto concerne il catalogo dell'opera visibile»
tartito da ---gallizio
all'epoca dell'evidenza intollerabile