Tuesday, May 27, 2008
un modo di dire "sì" a quello che e'

double tribute: to beckett & gommorra
Non e' tanto il fatto che se n'e' andato.
E' la voce che mi ha portato la notizia, che ancora
gira e gira nella mia testa.
E si deposita, bianca. Bianca.
gz
"C'e' in Rauschenberg - fra lui e quello che raccoglie per i suoi quadri - la qualità di un incontro.
Per la prima volta.
Rauschenberg diventa colui che porta regali. I suoi regali inattesi. I suoi regali inattesi e inutili sono un modo di dire "sì" a quello che e'. E così siamo convertiti al godimento di quello che possediamo.
(...) "Cerco di frenare le mie abitudini visive [proiettive], di andarci contro, per pervenire a una maggiore freschezza. Cerco di non avere familiarità con quello che faccio".
Una delle idee più semplici è quella che ci viene quando qualcuno piange.
Duchamp era sulla sedia a dondolo. Io piangevo.
Molto tempo dopo, nello stesso angolo della città, e più o meno per la stessa ragione, Rauschenberg piangeva.
I quadri bianchi catturano quello che ci cade sopra. Dove comincia la bellezza e dove finisce? Finisce dove l'artista comincia. Perchè tutti quelli che non sono artisti sembrano più intelligenti?
Guardo la finestra e vedo dei ghiaccioli. Il "dripping" dell'acqua gela e diventa oggetto, non c'è dripping quando si spreme il tubetto di colore ma c'è la stessa accettazione di ciò che capita e nessuna tendenza verso il gesto o l'arrangiamento".
john cage, dal catalogo "Rauschenberg",
per la mostra alla galleria Ileana Sonnebend di Parigi, 1963
tartito da ---gallizio
al tempo delle cose che si depositano chiare
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Thursday, May 01, 2008
I will survive

signs of the time
"è ora di mettersi a urlare nel cuscino. è ora di mordere le gambe alle sedie. è ora di tappezzare le pareti di casa con il vostro cervello. Ma se riusciamo a sopravvivere ai prossimi 10 minuti, sopravviveremo alla notte"
tartito da ---gallizio
al tempo meteco del non dire notte o sono botte
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