Sunday, May 08, 2005
la mia e’ una dolce pazzia
La pittura e’ atomizzata, letteralmente disintegrata – bombardata effettivamente non a parole generando sui fondi delle variazioni in toni lisci e scuri sovrapposte a materia in eruzione come una lava verde-muffa, bordata anzi slabbrata in gialli-zolfo, un colore da reazione instabile e continuamente in moto come i ghiacciai. Velato nei gialli-cromo vecchia-cera chiazzati e sprizzanti in focolai di luce stellare – su tutti i fondi scuri che si possono immaginare. Dai neri-verdi bleu grigi-marrons mattone e tutti gli imprevedibili toni – e contrasti – io sono sicuro – e gli effetti piaceranno a molti non dico a tutti – come p. es.: una macchia nero grafite opaca con segni lucidi di nero avorio -: contrasto nero, bleu carta da zucchero su marron sbordato in rosso carminio ecc.
Violenza – Violenza! Nell’oscurita’ infernale con una luce siderale di stelle morte.
Peccato che non possiate vedere il laboratorio in questo momento! E’ un vecchio convento con cantine e saloni – roba da fantasmi!
La scrittura colorata in simili ambienti e’ facilissima. Molte volte scendo in cantina di notte e sono preso da un senso di angoscia – quasi di paura – figuratevi che qualche anno fa durante lavori di scavo vennero alla luce molte decine di tombe – era parte del cimitero del vecchio Convento che data nel 1200 dei Frati di S. Bernardino. Il grande salone Barocco fu sede nel 1700 – dell’Accademia Filarmonica: tutto questo e’ documentato nella Storia di Alba.
I miei amici e Jorn stesso vogliono farne il museo sperimentale – vivente, ed abbiamo gia’ una grande quantita’ di materiali dai Cobra. Sino ad oggi.
Io lavoro qui: dove ogni muro con la muffa e coi salnitri e’ un romanzo dei secoli passati ed e’ pronto ogni notte a generare – un fantasma – i vecchi pozzi sono paurosi ululanti – come i cunicoli che portavano fuori le mura.
Caro sig. Drouin sono stremato in tanta poesia e credetemi e’ solo una parte del clima in cui vivo – che vorrei che tutti mi capissero, all’infuori dei soldi e della gloria.
La mia e’ una dolce pazzia e’ lo stato di grazia di un’ignoranza critica (non la paranoia-critica di Dalì) un ignorare il passato prossimo sino ai Sumeri ed avere come subcosciente il presente ed il futuro: gettarsi così nel passato remoto, nei primi anelli dell’evoluzione umana nella grande «Eta’ della pietra scheggiata» dei Magdaleniani ed Amignaziani che vissero sul suolo francese 300.000 anni fa.
Rivivere, immaginare con loro la grande
Ignoranza e la grande Poesia
che altro non era che la loro Magia.
Pinot Gallizio - lettera a Drouin
tartito da ---gallizio
nell'era della tart brut
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