Thursday, May 05, 2005
dissipare la paura, dissipare il software
Luciano Fabro, Italia all'asta
«L’Italia ha dato il rinascimento al pianeta e, con l’Italia, l’Europa, che e’ tratta, dall’Italia, nel rinascimento. E questo processo della parola, questo processo intellettuale, questo processo proprio al rinascimento e all’industria della parola, e’ inarrestabile. E ha travolto il discorso greco, il discorso di Atene, il discorso della morte, che poneva dinanzi a noi l’alternativa, la vita o la morte, ma, in fin dei conti, confermando gli umani e consacrandoli nella paura.
Dissipare la paura e’ il gesto essenziale, proprio di un imprenditore, di un artista, di un poeta, di un banchiere, di un governante. Qualsiasi cosa si faccia per paura, seguendo la paura, lo si fa tenendo dinanzi il male, il negativo, la morte, facendo in modo di compiere l’economia, il minimo male, il minimo negativo. Ma questo e’ un modo d’intendere la vita come una continua mortificazione, una spazializzazione, come se la direzione della vita fosse quella della linea o del circolo, anziché quella della spirale. Non c’e’ piu’ cerchio, diceva Leonardo da Vinci. E, da questo, Machiavelli ha tratto l’altra politica, la politica dell’ascolto, la politica dell’Altro, la politica dell’ospite, la politica del tempo, anziché la politica fondata sulla logica binaria, quella che insegue l’alternativa costante tra il positivo e il negativo.
Non e’ affatto vero – lo dicevamo trent’anni or sono – che l’Europa sia tramontata o che sia finita o che sia morta. L’Europa e, in prima istanza, l’Italia e’ piu’ che mai il faro della civilta’ planetaria. Non puo’ competere — come si continua a dire (la competizione sottende un’ideologia arcaica) — nella manodopera, nella fabbrica, in una certa produzione, ma l’Europa, e l’Italia in modo particolare, e’ gia’ software del software»
Armando Verdiglione
tartito da ---gallizio
all'epoca della citysoft parade